I sindacati: «Precari a termine, ospedali a rischio»
Piove sul bagnato all’Azienda sanitaria Bassa friulana Isontina. E il maltempo non c’entra nulla. Parliamo di organici, parliamo di personale che, giornalmente, è in prima linea e assicura servizi importanti per la popolazione. Nodo del contendere i 36 contratti a tempo determinato che l’Ass non vuole, questa è l’accusa, più rinnovare. Il rischio? Un ulteriore impoverimento dei servizi a discapito della cittadinanza.
Le segreterie provinciali di Cgil–Funzione pubblica e Uil-Fpl hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera breve ma estremamente chiara nei contenuti al direttore generale dell’Azienda Giovanni Pilati e alla responsabile del servizio del personale Elena Cussigh. «Siamo venuti a conoscenza dell’intenzione, da parte di codesta azienda, della volontà di non prorogare i contratti a tempo determinato in essere - denunciano le forze sociali -. Questo sembra confermato dal mancato rinnovo di alcuni contratti già scaduti. Considerato che il personale a tempo determinato attualmente in servizio è indispensabile per la copertura dei turni e dei servizi da garantire ai cittadini, nonché l’imminente arrivo della stagione estiva che porta con sé lunghi periodi di ferie del personale, con la presente missiva le segreterie chiedono la proroga dei contratti e, contestualmente, l’inserimento all’ordine del giorno per l’incontro del primo aprile di uno specifico punto relativo all’argomento. In attesa di un favorevole e sollecito riscontro alla presente cordialmente salutiamo».
Più nello specifico entra Luca Manià, segretario della Fp-Cgil. «Sono 36 i contratti a tempo determinato in scadenza o già scaduti e riguardano soprattutto infermieri e oss. Per intenderci c’è anche un infermiere del Pronto soccorso che è notoriamente un reparto sotto pressione».
Visibilmente contrariato anche Massimo Bevilacqua, segretario regionale della Cisl-Funzione pubblica. «Serve una proroga urgente di questi contratti perché il rischio reale è di mettere in ginocchio i servizi. E la proroga non deve essere di 2/3 mesi ma deve protrarsi sino all’emanazione dei bandi regionali». A sentire Bevilacqua si rischia di mettere a repentaglio anche l’ambulatorio di neuropsicomotricità di Gorizia e di Monfalcone che esegue 800/900 trattamenti all’anno tra valutazioni e interventi riabilitativi su bambini nella fascia d’età tra 1/8 anni: 900 a Gorizia, altrettanti a Monfalcone. «Ogni operatrice ha in carico attualmente circa 20/25 bambini con diverse patologie che vanno dall’autismo a ritardi cognitivi e di sviluppo gravi oltre ai disturbi dello sviluppo psicomotorio, deficit post prematurità e patologie genetiche: tutto ciò che riguarda la cura e la prevenzione nell’età evolutiva. C’è una lista d’attesa di circa 25/30 bambini: sarebbe molto più lunga - denuncia Bevilacqua - se gli operatori potessero soddisfare le esigenze degli utenti ma sono solo in 2 e a tempo determinato, cioè in scadenza. Senza proroga rimarrebbero senza servizio parecchi Bambini e loro famiglie. Si tratta di un servizio che tutte le aziende hanno ormai e che in equipe con le altre figure professionali dell’unità operativa età evolutiva svolgono un ruolo importante nella cura e nella prevenzione dell’handicap».
Conclude Bevilacqua: «Le operatrici sono state costrette a limitare le richieste del loro intervento per non avere liste d’attesa di quasi un anno. Trovo che il settore dell’età evolutiva sia il più delicato e importante per garantire la giusta cura e prevenire per tempo patologie di cui ci si fa poi carico per lunghi anni se non trattate».
Bevilacqua conclude: «E non si getti la croce addosso alla Regione perché la responsabilità è tutta della nuova Azienda sanitaria».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo