I sindacati: «La Polizia è stata lasciata sola»
«Ci hanno lasciati soli». È un vero grido d’allarme quello formulato dal segretario generale provinciale del Silp–Cgil Patrik Sione. Il riferimento è alle condizioni in cui è costretta ad operare la Polizia di Stato a Gorizia: dalla logistica alle più elementari dotazioni professionali.
«Dopo anni di lotta estenuante sul fronte sindacale, ad inizio 2015 - tuona Sione - dobbiamo constatare amaramente che ancora una volta l’amministrazione della Polizia di Stato ha lasciato soli i suoi dipendenti: ci sono spazi sempre più ristretti ove il lavoro quotidiano si disimpegna tra ponteggi che sono posizionati anche davanti all’ufficio del questore (come se fosse una sorta di “arco del trionfo della vergogna”) e all’interno di uffici, senza contare i muri scrostati e i pavimenti lacerati. Peraltro, l’età media anagrafica dei poliziotti che vi lavorano si avvicina ai 48 anni».
Quattro
sedi diverse
Ma è soprattutto sulla logistica che il Silp prende posizione. «Va sottolineato un aspetto grottesco e assolutamente improduttivo sotto il profilo dell’organizzazione e del funzionamento degli uffici. Il questore ha razionalizzato gli spazi per il suo personale in ben quattro stabili ubicati in luoghi diversi della città di Gorizia: la questura, la caserma Massarelli, l’ufficio immigrazione e l’ufficio sanitario provinciale. Non ci spieghiamo come mai a Pordenone, a Udine, nella vicina Jesolo e in altre parti d’Italia, si è realizzato un unico stabile che permette una migliore vivibilità dei poliziottti, maggiore operatività degli stessi e il contenimento della spesa pubblica, dovuta in ragione delle spese di manutenzione, degli affitti. Senza contare i costi da sopportare per luce, acqua, gas e pulizie dei locali (sempre più scarse ad onor del vero, grazie anche a contratti fortemente al ribasso) e dell’unificazione delle forze di polizia a competenza generale: problema cruciale che i Governi degli ultimi cinque anni non hanno voluto affrontare».
Il Silp-Cgil rivendica e chiede a gran voce «spazi più decorosi e nuovi in cui operare». Per questo, sensibilizza la classe politica e l’opinione pubblica affinchè comprendano «le ragioni per le quali sia necessaria la rivisitazione degli uffici della questura, oggi francamente inadeguati in quanto a razionalizzazione e vivibilità. Contemporaneamente, non sfugge a questa sigla il fatto che, eccetto gli adeguamenti riconosciuti recentemente, grazie allo sblocco del tetto salariale agganciato esclusivamente a parametri di carriera ed anzianità, i lavoratori di polizia stanno affrontando il sesto anno senza contratto - attacca Sione -. Tutto ciò di fronte a sfide importanti e micidiali per la tenuta del sistema sicurezza, soprattutto con l’innalzamento delle strategie del terrorismo di matrice islamica e la pericolosa vicinanza dell’Italia ai Paesi da cui proviene la minaccia».
Il caso dei giubbotti
anti-proiettili
Ma le problematiche che gravano sulla Polizia di Stato non riguardano solamente la logistica (e nella fattispecie le condizioni in cui versa il palazzo che ospita la questura). Il sindacato punta il dito anche sulle dotazioni che non sono funzionali e che rischiano di dimostrarsi inefficaci. Secondo Sione, «non sono più procrastinabili gli interventi richiesti da questa organizzazione sindacale sia a livello centrale che periferico, anche perchè il malcontento del personale è tangibile anche ai più distratti e ai profani - rammenta il segretario del sindacato -. Solo per citare un esempio, oggi abbiamo delle strutture a dir poco fatiscenti che non garantiscono i minimi standard di sicurezza agli operatori addetti alla vigilanza degli obiettivi sensibili, come la questura e la prefettura di Gorizia, nonché la caserma Massarelli, sprovvista di un degno corpo di guardia che si possa definire come tale».
Ma è il passaggio successivo quello relativo, specificatamente, alle dotazioni. «Giova precisare l’inadeguatezza per numero ed efficienza dei dispositivi di protezione individuale: in particolare ci riferiamo ai giubbotti anti-proiettili, molti dei quali ormai scaduti ed altri prossimi alla scadenza».
Una disamina che potrebbe sembrare severa ma è “soltanto” realistica. «Da questo governo e dall’amministrazione, questa organizzazione sindacale attende riscontri positivi e risolutivi, significando che, se la situazione dovesse degenerare, siamo pronti a valutare altre iniziative più incisive ed eclatanti, in quanto non saranno concessi più sconti». «Il Silp Cgil - conclude Sione - sarà costretto, suo malgrado, ad innalzare il confronto con gli interlocutori istituzionali, che fino ad ora, solo a parole, si sono presi a cuore i problemi dei poliziotti goriziani».
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