I sindacati aprono alla galleria sul Carso ma dentro la Cgil emergono le divisioni
Cisl e Uil sposano l’appello della Filt a valutare il piano senza pregiudizi. Nella Cgil Pezzetta si dice «perplesso» e Piga boccia la proposta
TRIESTE L’apertura della Filt, la categoria della Cgil che rappresenta i lavoratori dei trasporti, rispetto alla galleria in Carso fra Ronchi e Aurisina trova il consenso di Cisl e Uil, che a loro volta dicono no a una posizione preconcetta sull’opera. La Uilt Uil parla addirittura di «infrastruttura necessaria». Ma è all’interno della Cgil che le posizioni si differenziano.
Valentino Lorelli, segretario della Filt regionale, ha trasmesso la posizione di una sigla che ritiene «opportuna» una riflessione su opere strategiche come il potenziamento della linea ferroviaria Trieste-Venezia.
«Le scelte sulla realizzazione delle grandi infrastrutture di trasporto e sul loro impatto territoriale spettano alla politica e hanno come presupposto ineludibile la massima trasparenza nei confronti dell’opinione pubblica – le sue parole –. Il dibattito sulla galleria ferroviaria nella tratta tra Trieste e Monfalcone non può fare eccezione a questa esigenza, l’unica in grado di consentire un’analisi lucida e consapevole degli obiettivi, degli interessi in campo, delle criticità esistenti e degli ostacoli da superare».
Il segretario generale della Cgil Fvg Villiam Pezzetta chiede a sua volta di «vedere le carte» per poi mettersi «in ascolto del territorio». Tanto più nel contesto di una regione «che ha un sistema infrastrutturale obsoleto» e «un porto che inevitabilmente pone la questione dell’ampliamento della capacità ferroviaria». Nello specifico della galleria, tuttavia, Pezzetta non nasconde di avere «sempre avuto perplessità sugli interventi in Carso». Ancora più netto è Michele Piga, segretario provinciale: «La Camera del Lavoro di Trieste è molto attenta alle soluzioni logistiche, ma considera prioritaria la salvaguardia ambientale del territorio». Piga ricorda che una decina di anni fa «era già emersa chiaramente l’impossibilità di lavori del genere in un’area come il Carso». Un altolà arriva anche dall’ex segretario della Cgil regionale Franco Belci, che premette di essere un semplice iscritto dal 2016, ma stavolta manifesta «profondo dissenso dalla posizione della Filt». La reale utilità di un’opera, secondo Belci, «andrebbe definita non rispetto alle scelte di investimento di una grande azienda pubblica, ma rispetto ad un’attenta analisi di tutti gli interessi in campo e delle parti, associative e istituzionali, chiamate in causa. E va ricordato che già in precedenza esse si erano dichiarate contrarie al progetto».
Cisl e Uil, invece, non chiudono, anzi. Il segretario della Cisl di Trieste e Gorizia Luciano Bordin attende il progetto, «e solo a quel punto potremo valutare pro e contro e dare un giudizio. Alzare barricate preventive è il solito vizio triestino. E poi ci si lamenta dei tempi per arrivare a Mestre». E così anche Antonio Pittelli della Fit Cisl Fvg: «Per evitare di ripetere gli errori del passato va aperto il dialogo con i comuni e con le comunità, come richiedono i progetti europei. Valutato il rapporto costi-benefici, si deciderà».
La Uil è la più decisa. Il segretario generale Fvg Matteo Zorn considera «opportuno ogni approfondimento sulla sostenibilità ambientale», ma non dimentica «l’isolamento di lunga data di Trieste e le esigenze del porto». Michele Cipriani della Uilt Fvg, aggiunge: «Per i vantaggi che può portare quest’opera al tessuto industriale regionale, la considero necessaria. Sarebbe un errore perdere finanziamenti pensati per lo sviluppo, con la condivisione di molti soggetti, a partire da un porto che ha bisogno di una rete di collegamenti efficiente. Anche la galleria? Sì, anche la galleria. Non si fanno le cose a pezzetti»
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