I “signori degli acquari” ritentano la partita triestina
TRIESTE Laggiù soffia! La balena bianca del Parco del mare torna a mostrare la sua groppa al largo del molo Audace. Ad inseguirla è come sempre il presidente della Camera di commercio Antonio Paoletti. Le prossime settimane saranno un periodo caldo per il progetto a cui l’Acab di piazza della Borsa dà la caccia da moltissimi anni: i potenziali attori si guardano attorno circospetti in attesa di chi farà la prima mossa. Nel frattempo l’idea incassa un appoggio eccellente, quello di Beppe Costa, il presidente della Costa Edutainment, anima del celebre acquario di Genova.
Da tempo è un sostenitore del progetto e di recente ha dichiarato al Corriere l’intenzione di investire a Trieste: «Secondo noi lo spazio per un prodotto del genere in quell’area c’è - ribadisce al Piccolo -. Stiamo aspettando che la Cciaa, la guida del progetto, ci dica qual è il progetto definitivo e come noi possiamo farne parte». L’appello è rafforzato da Giovanni Battista Costa, ex direttore dell’acquario genovese e membro del cda dell’azienda, che sta seguendo in prima persona il caso triestino: «Realizzare un acquario nel centro di Trieste, nei pressi di Eataly, permetterebbe di replicare l’alchimia da cui è partito il rilancio turistico del centro storico di Genova». Il riferimento al sito riguarda Porto Lido che, dopo aver subito un’asta andata deserta, è uno degli oggetti del contendere. Ma andiamo con ordine.
L’appello dei Costa Parola a Beppe Costa: «Sono venuto la prima volta a Trieste per parlarne ormai moltissimo tempo fa. Ora come ora non mi pongo problemi di tempi: se i triestini lo vorranno fare noi ci saremo». Sul come, però, è troppo presto per mettere bocca: «Il nostro riferimento sul territorio è la Camera di commercio, non ci mettiamo a fare il mestiere degli altri: quando avranno definito dove e come si farà il Parco del mare, ci metteremo a un tavolo e parleremo». Giovanni Battista Costa conferma e riprende il concetto: «La vicenda è annosa ma speriamo che stavolta si arrivi a fondo. Noi ci siamo». Non è ancora tempo per parlare di cifre precise: «Anche se è meglio che il futuro gestore della struttura partecipi anche alla sua realizzazione... Poi bisogna vedere come si dispiegano i fondi pubblici, trovare una soluzione di trasparenza e chiarezza. Certo non sono cose che il privato fa da solo, il pubblico è fondamentale. Anche a Genova è stato così». Secondo l’ex direttore del parco genovese, l’acquario «potrebbe essere un’occasione per Trieste».
Tanto più se fosse collocato a Porto Lido: «L’abbinamento con Eataly ha già dimostrato di essere vincente in Liguria. Il rilancio del centro genovese è partito dall’acquario ma poi ha proseguito sulle sue gambe, in virtù del potenziale cittadino. Sono convinto che Trieste, con la sua bellezza, con il suo piacere per la vita, abbia la possibilità di fare lo stesso».
Il giubilo di Paoletti «Il fatto che Costa Edutainment dica che vuole investire sul Parco del mare di Trieste è cosa nota da tempo, ma il fatto nuovo è che un fondo di investimento investa su Genova e metta a disposizione fondi per altri investimenti, tra cui il Parco del mare di Trieste» afferma il presidente camerale. Per Paoletti ciò dimostra «la bontà del progetto promosso dalla Camera di commercio di Trieste, appoggiato da sempre dalla Fondazione CrTrieste e con il gruppo Costa da tempo vicino e pronto a investire». Il presidente rivendica il lavoro fatto in questi anni: «Noi eravamo e siamo pronti a investire e a fare la nostra parte, ma ora spetta alla politica decidere».
Il rebus del sito La Fondazione tempo fa ha mostrato il suo interesse e la sua disponibilità. Ma la politica che dice? In Comune pare si accarezzi l’idea di farlo in Porto vecchio dando un via con il botto alla sdemanializzazione. Già da questa settimana sono previsti diversi incontri sul tema. La Cciaa però punta al sito di Porto Lido, in mano ad Invitalia, la cui asta è andata deserta: ora sono al vaglio la possibilità di una nuova asta e quella di trattative private. È probabile che la Camera di commercio stia valutando di infilarsi in quest’ultima opzione, e non è escluso che Paoletti accarezzi l’idea di coinvolgere l’agenzia stessa quale partner del progetto.
La Regione al varco E la Regione che dice? Da Piazza Unità si fa laconicamente osservare che l’amministrazione regionale può valutare un suo eventuale coinvolgimento solo dopo che siano stati chiariti ed esposti tutti i dettagli finanziari, economici e urbanistici di qualunque progetto d’investimento, segnatamente se complesso e di dimensioni ingenti. Pare insomma che tutti i potenziali protagonisti siano in attesa della prima mossa. Dell’altro.
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