I seguaci di Bonino e Calenda al lavoro per un polo liberale anti-sovranista
TRIESTE Un nuovo polo liberale si va costituendo all’interno della costellazione delle forze politiche alle prese con le prime prove di campagna elettorale in vista delle comunali 2021. Più Europa (abbreviato +E), Azione e in parte anche Volt ed Energie per l’Italia sono i soggetti coinvolti in quest’interlocuzione.
Ad accomunarli è innanzitutto il fatto di essersi schierati dalla parte del No durante la campagna referendaria sul taglio ai parlamentari. No che a Trieste ha toccato il 46%. «Vorremmo costruire un’alternativa a sovranisti e a demo-populisti», spiega Alessio Briganti, coordinatore del gruppo triestino di +E, il partito guidato a livello nazionale da Emma Bonino, che dentro di sé ha assorbito la storica formazione dei Radicali italiani.
A livello locale i boniniani vorrebbero individuare una candidatura autorevole, attorno alla quale provare a costruire una lista alternativa sia all’attuale giunta di centrodestra che al centrosinistra trainato dal Pd.
Il motivo? «Non pare al pieno delle sue energie il sindaco uscente (Roberto Dipiazza, ndr), ovvero il candidato del centrodestra, fino a prova contraria - prosegue Briganti - mentre il Pd non sembra riuscire a offrire una classe dirigente nuova. Serve una forza più al passo coi tempi, anche in considerazione del ruolo che sta assumendo Trieste. La nostra identità è liberal-democratica, riformista, europeista. Guardiamo alla parte moderata della società, che immaginiamo aperta e capace di guardare al futuro con coraggio. I valori tradizionali delle democrazie liberali insomma».
Ciò spiega perché +E guardi ad Azione, il partito fondato l’anno scorso da Carlo Calenda nel momento della sua fuoriuscita dal Pd, come a uno dei suoi alleati più naturali.
Tra le due realtà c’è sintonia ad esempio sul Mes (il Meccanismo europeo di stabilità, detto anche Fondo salva stati), considerato come uno strumento utile per avere liquidità da iniettare nel sistema sanitario nazionale messo in ginocchio dalla pandemia in attesa del Recovery fund, ma finora rimasto bloccato per ragioni giudicate meramente ideologiche: sul tema Azione e +E vorrebbero fare un’opera di informazione e sensibilizzazione anche a livello locale. Referente di Azione in Friuli Venezia Giulia è la friulana Isabella De Monte, ex europarlamentare dem, mentre il suo omologo a livello triestino è Sante Dicuzzo. «L’obiettivo è offrire alla città un’opzione liberale, riformista e il più possibile autonoma», afferma lo stesso Dicuzzo: «Sappiamo che è improbabile che il nostro candidato arrivi a un eventuale ballottaggio ma vedremo chi sostenere in base ai programmi». Il tabù è rappresentato dal M5s, poiché Calenda ha «rotto col Pd proprio a causa della sua contrarietà all’accordo di governo».
Ci sono poi i giovani di Volt, il partito ambientalista paneuropeo fondato nel 2017 che si presenta in tutto il continente con lo stesso simbolo e che ha già eletto consiglieri comunali, ad esempio, a Monaco di Baviera. Il coordinatore Fvg Nicholas Garufi ha 20 anni, quello di Trieste Daniele Ziegler poco più di 30. «Stiamo sondando le affinità in base ai progetti per la città», spiega Garufi: «Siamo attenti ai diritti di minoranze e lavoratori, ma anche favorevoli all’imprenditoria privata. Per questo potremmo essere definiti liberali, nel senso in cui lo sono i Verdi tedeschi. Con +E e Azione abbiamo fatto un percorso costruttivo durante la campagna referendaria. Ma guardiamo anche a Verdi e Tryeste». L’incompatibilità dichiarata è con Lega e Fratelli d’Italia: motivo per cui «mai con Dipiazza».
Infine Energie per l’Italia: il leader nazionale, l’imprenditore Stefano Parisi, ha feeling con Mara Carfagna. A livello locale ha un consigliere circoscrizionale, Francesco Tremul, eletto con il simbolo della Lista civica Dipiazza: «Il polo liberale che si va costituendo è interessante ma saremmo gli unici del classico centrodestra. Non ci sarebbe d’altronde problema a proseguire con i dipiazzisti, per portare la coalizione più verso il centro. In ogni caso il discorso è solo all’inizio».—
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