I saldi invernali dell’era Covid debuttano con sconti del 70%
TRIESTE Non saldi, ma super saldi. Gli sconti di fine stagione, al via ieri in tutto il Friuli Venezia Giulia, sono iniziati con ribassi ben più elevati degli anni passati. In alcuni negozi di Trieste, infatti, i prezzi sono stati tagliati fin da sunito anche del 70%. I triestini però, non sembrano aver approfittato delle grandi occasioni: colpa, secondo Confcommercio, della confusione tra zone arancio e gialle e relative restrizioni.
Tra i negozi di piazza della Borsa quasi ovunque i cartelli esterni mostrano i saldi al 50%, ma poco distante le percentuali vanno oltre: da Upim le vetrine sono interamente occupate da grandi cartelli che ricordano sconti fino al 70%, stessa cosa per Tally Weill in Corso Italia o per Kiko in via Dante. Fino al 60% in altre catene conosciute come Pimkie o H&M. Altri ancora raggiungono il 50% come Carpisa, Tezenis, Bata, Intimissimi o Doppelganger. Si tocca il 75% da Inside in via San Lazzaro, tra abbigliamento, calzature e accessori. Ma c’è anche chi ha cominciato con il 30%, per salire nelle prossime settimane.
Via vai abbastanza vivace di clienti al mattino, lunghe file fuori da alcuni negozi, in particolare da Zara, dove la coda è arrivata quasi in via Dante. Molti hanno aspettato che smettesse di piovere per dedicarsi allo shopping, soprattutto nei grandi magazzini, dove ai prezzi ribassati sono stati aggiunti, in diversi casi, sezioni dei negozi con gli ultimi capi rimasti, venduti a pochi euro. Gente impegnata nelle compere anche nel pomeriggio, anche se i negozi pare non abbiano registrato grandi affari. Come già successo nel periodo natalizio, alle code non corrispondono sempre acquisti consistenti. Anche ieri molti sono usciti a mani vuote, approfittando del primo giorno, intanto, per valutare probabilmente prezzi e prodotti.
«C’è molta confusione - commenta Elena Pellaschiar, alla guida del Gruppo Commercio di Confcommercio - l’affluenza non è stata quella che vedevamo il primo giorno di saldi gli anni scorsi. Le persone fanno fatica a capire le limitazioni vista l’alternanza di colori delle ultime settimane, e spesso non si ricordano cosa si può fare in zona gialla e in quella arancione. E telefonano tante volte, per chiedere informazioni. Inoltre siamo in una situazione che penalizza i punti vendita dei centri commerciali, chiusi nei fine settimana. Manca una programmazione attenta a livello nazionale e il risultato è che le persone fanno fatica a seguire i continui cambiamenti».
Secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio, quest’anno la spesa a famiglia, destinata ai saldi, è stimata in 254 euro, contro i 324 dell’anno passato. In forte aumento la percentuale di chi cquisterà online, a discapito dei negozi tradizionali a seguito dei vari lockdown: il 35 per cento di chi farà shopping sceglierà, infatti, la modalità web, già sperimentata durante i periodi di chiusura totale dei punti vendita. Sempre secondo l’indagine, gli italiani compreranno prevalentemente capi scontati nel settore abbigliamento, per il 96,6%. —
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