I ritardi del tram di Trieste: il responsabile unico del progetto spiega perché la storica trenovia è ferma dal 2016
TRIESTE «La scelta di proseguire con l’appalto alla Vitale One è solo mia. La ditta ha pagato delle penali mentre i ritardi sono imputabili al primo direttore lavori». Sono state queste le parole espresse ieri in merito al cantiere del tram di Opicina dal Rup, il Responsabile unico del progetto, Luigi Fantini, durante i lavori della Commissione Trasparenza convocata dalla presidente Alessandra Richetti (M5s).
La vicenda parte da lontano, dal 2016, dopo il frontale tra due carrozze che rese impraticabile la linea. All’epoca l’ente che si occupava della sicurezza degli impianti fissi, l’Ustif, oggi diventato Ansfisa, non aveva dato il via libera alla ripartenza dell’impianto imponendo una serie di prescrizioni: tra queste la sostituzione di due chilometri di binari e traversine da Campo Cologna fino al deposito di Opicina.
Il primo appalto era stata cancellato a causa dell’assenza di determinati requisiti dell’impresa prima classificata. Il secondo era stato vinto con un ribasso di quasi il 20% rispetto agli 847. 282 euro previsti, dal Consorzio Fenix con la stessa Vitale One.
Consegnato all’impresa nel settembre del 2020, il cantiere si sarebbe dovuto concludere l’11 gennaio 2021. La chiusura ufficiale è datata invece 15 febbraio 2022.
«La scelta di proseguire l’appalto con delle proroghe e di non stralciare il contratto è stata solo mia – ha sottolineato Fantini – e non della giunta. Non dobbiamo dimenticare che gli appalti hanno regole molto rigide, quindi la vicenda sarebbe proseguita ancora per molti anni. Sottolineo che dal 2016 al 2020 la situazione del tram non si era risolta, mentre con le mie decisioni alla fine abbiamo chiuso il cantiere».
«Attualmente – ha sottolineato l’assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi – tutta la documentazione per la ripresa del servizio è nelle mani di Ansfisa, che deve effettuare una serie di sopralluoghi e che sollecitiamo settimanalmente».
Fantini ha confermato che la Vitale One ha pagato penali per 48 giorni per un importo di 34.623 euro, dando in appalto alcuni interventi a alcune ditte poi pagate direttamente dal Comune. Il dito è stato puntato poi sul primo direttore dei lavori, Roberto Carollo dimessosi a febbraio ’21, che il Rup ha definito «molto scarso. Con il nuovo direttore lavori, Gennaro Della Rosa, il cantiere ha potuto invece procedere in maniera molto rapida».
Carollo, a questo proposito, preferisce evitare polemiche limitandosi a sottolineare come «i 120 giorni di lavori sono diventati 500, un lasso di tempo nel quale si poteva sopperirei a tutte le carenze di un direttore lavori, anche del sottoscritto, o rescindere il contratto e riappaltare i lavori».
Il consigliere della Lista Russo Alberto Pasino ha definito l’audizione «un processo in contumacia a Carollo»: concetti condivisi anche dal capogruppo Pd Giovanni Barbo, per il quale è «interessante rilevare come chi ha gestito i lavori dal 2020 al 2022 abbia sostanzialmente affermato che dal 2016 al 2020 sia stato fatto ben poco dal punto esecutivo. La giunta però era sempre la stessa».
Per Kevin Nicolini di At si è davanti a «un ennesimo cantiere che sta andando male insieme a quello della galleria di Montebello». Di «commissione d’inchiesta e non di trasparenza hanno infine parlato Francesco Panteca (Lista Dipiazza), Angela Brandi (Fi) e Marcelo Medau (Fdi)
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