I ricci escono affamati dal letargo. La ricerca di cibo li espone a rischi

TRIESTE Con l’arrivo della primavera e del bel tempo anche i ricci escono dal letargo. Questi mammiferi appena svegliati sono molto smagriti – perdono circa il 30 per cento del loro peso nel corso dell’inverno –, sono deboli, disidratati.
Il nostro Carso è popolato dal riccio orientale, simpatico animaletto che troviamo spesso anche nei giardini di casa, il più delle volte nascosto sotto le siepi, dietro agli arbusti, tra l’erba alta. Per questo motivo è bene fare particolare attenzione usando il tagliaerba o il decespugliatore: si rischia di ferire in maniera grave il piccolo mammifero. Ma c’è un altro pericolo: i ricci, dopo aver “riposato” nel periodo invernale grazie alle provviste immagazzinate e alle loro riserve di grasso, svegliandosi dal letargo si spingono alla ricerca di cibo. Ed è proprio questo girovagare alla ricerca di alimentazione, specialmente nelle ore serali e notturne, che li spinge spesso ad attraversare strade con il rischio di essere travolti dalle auto. Il riccio, se vede i fanali di un veicolo, se si accorge di un pericolo, non tende a fuggire ma a raggomitolarsi, e questo non lo protegge dall’investimento. Purtroppo, non è raro trovarne uno investito sull’asfalto. Questa, pertanto, la raccomandazione dell’Enpa di Trieste: «Fate attenzione ai ricci che attraversano le strade in questi periodi, proprio perché appena usciti dal letargo sono meno vispi, più lenti nei riflessi, disorientati probabilmente anche da queste temperature “ballerine”», spiega Patrizia Bufo, presidente della sezione triestina dell’ente animalista.
«Se ne vedete uno in difficoltà e soprattutto se ne trovate uno ferito – suggerisce Bufo – ricorderete che è un animale delle fauna selvatica, dunque protetto, totalmente innocuo e, magari usando dei guanti o uno straccio per non farsi male con gli aculei, raccoglietelo, sistematelo in una scatola e portatelo nel nostro centro di recupero in via De Marchesetti». —
L. T.
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