I Regeni: sì all’incontro con i pm egiziani
ROMA. La famiglia Regeni ha confermato ieri sera in una nota all’Ansa «la volontà già espressa alla procura italiana e al ministro Gentiloni di incontrare a breve i procuratori egiziani che stanno indagando sul sequestro, le torture e l'omicidio del loro figlio Giulio».
L’altro ieri, a Roma, al termine di un vertice con il procuratore generale della Capitale, Giuseppe Pignatone, era stato il procuratore dell'Egitto, Nabeel Sadek, a esprimere la propria volontà di incontrare proprio i genitori di Giulio Regeni, il ricercatore di Fiumicello scomparso al Cairo il 25 gennaio e ritrovato cadavere il 3 febbraio. Sadek si era detto disponibile a vederli «per manifestare anche a loro l'impegno e la volontà di giungere alla scoperta e alla punizione dei colpevoli di un così grave delitto».
Dopo l'incontro di venerdì, fonti giudiziarie avevano espresso ottimismo parlando di un «salto di qualità» nei rapporti tra gli inquirenti e di un nuovo capitolo nei rapporti diplomatici tra Roma e Il Cairo. Tra gli elementi di novità la ammissione del fatto che la polizia egiziana ha indagato su Giulio per alcuni giorni, dopo una denuncia presentata dal capo del sindacato indipendente. Sadek ha anche consegnato «l'ampia, completa e approfondita relazione sull'esame del traffico delle celle che coprono l'area della zona della scomparsa e del ritrovamento del corpo» del giovane. Il ministro Gentiloni l’altra sera ha telefonato ai genitori di Giulio, Claudio e Paola, rinnovando la sua personale vicinanza e di tutto il Governo, e ha definito utili e proficui i colloqui con il procuratore generale egiziano.
Dall'Egitto è stata depositata al procuratore Pignatone una documentazione «approfondita e ben fatta» che rappresenta un elemento di «chiarezza» rispetto a quanto avvenuto nei mesi scorsi con gli inquirenti egiziani. Nella nota congiunta al termine dell'incontro è detto che l'incontro si è concluso «con un rinnovato impegno da parte dei due uffici a proseguire nello scambio di atti e informazioni al fine di pervenire all'obiettivo comune e cioè accertare la verità sulla morte di Regeni». Vicenda che è stata al centro di uno scambio tra il premier italiano Matteo Renzi e il presidente egiziano Al-Sisi all'ultimo G20.
Ieri intanto un tribunale egiziano ha stabilito la libertà condizionata per Ahmed Abdallah, il presidente dell’ong che segue la famiglia di Giulio. Un rappresentante della Commissione egiziana dei Diritti umani e delle libertà ha fatto sapere che il giudice ha deliberato la libertà su cauzione ma che il legale non è ancora stato rilasciato. Il consulente non potrà comunque uscire dal Paese e sarà sottoposto a controlli da parte delle autorità.
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