I rappresentanti degli universitari: «Mancano aule e mense per le sedi periferiche»

Molte le segnalazioni «da chi segue le lezioni per terra»  Nell’Isontino il punto ristoro sarà attivato da settembre

TRIESTE. Nella classifica Censis 2019, l’Università di Trieste si è confermata in terza posizione a livello nazionale fra gli atenei di medie dimensioni (pari merito con Udine), principalmente grazie ai parametri “Comunicazione e servizi digitali” e “Internazionalizzazione”. Allo stesso tempo, secondo le segnalazioni raccolte dai rappresentanti degli studenti, sussistono però delle problematiche legate soprattutto agli spazi e alle mense.

«A mio avviso uno dei problemi più rilevanti sono gli spazi, sia quelli dedicati alla didattica che quelli per il ristoro. Ricevo segnalazioni di studenti che seguono le lezioni seduti sui gradini o per terra nelle aule», afferma Eugenia Urso, rappresentante degli studenti per Lista Autonomamente nel consiglio di amministrazione. Un esempio citato da Urso è quello degli studenti di Economia che, distaccati in via Tigor in attesa della ristrutturazione della sede di piazzale Europa, si ritrovano a fare lezioni in aule che hanno una capienza per circa metà degli iscritti al corso.

«Allo stesso tempo – aggiunge – l’università non prevede spazi per coloro che non usufruiscono del servizio mensa e questi non hanno un posto dove poter mangiare». La stessa problematica la rileva anche Angelica Bufano di Link, la quale segnala inoltre che le sedi distaccate non sono coperte da mense e quindi gli studenti sono costretti a portarsi da mangiare da casa oppure ad andare in luoghi convenzionati.

Altre questioni da risolvere (al netto del caso degli alloggi Ardiss e del deposito che non c’è, sollevato da Nicola Gerotto di Alternativa Universitaria) sono quelle legate ai tirocini, obbligatori per potersi laureare ma in alcuni corsi per riuscire a svolgerli bisogna spesso oltrepassare ostacoli e lungaggini burocratiche, e poi alla disponibilità di posti nella Casa dello studente: sono rimasti invariati negli anni mentre le domande sono aumentate e così ci saranno sempre più studenti idonei ma non beneficiari.

Inoltre, Bufano rileva il problema del pensionamento dei lettori (le figure che affiancano i professori nell’insegnamento della lingua straniera) che non vengono sostituiti: ciò alla lunga potrebbe generare una carenza didattica nella Scuola interpreti e nei corsi di Lingue e letterature straniere e, a Gorizia, di Scienze internazionali e diplomatiche.

Rimanendo nell’Isontino, Francesco Di Vita di Studenti in Movimento rileva che se dal punto di vista strutturale non ci sono problematiche importanti, a parte il riscaldamento che nella parte storica della sede (l’ex seminario) funziona peggio che altrove, sussistono però dei casi problematici, anche se limitati, all’interno del corpo docente: «Ci sono stati problemi a livello didattico e, sfortunatamente, anche comportamentale – spiega –, seppur non diffusi». Infine, Di Vita ricorda che da anni la sede di Gorizia non dispone né di un bar né di una mensa, che però dovrebbe entrare in funzione a partire da settembre. —


 

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