«I profughi? I nostri poveri devono avere la priorità»
«Non è razzismo. Non è egoismo. Semplicemente, le risorse non bastano nemmeno per la nostra gente. Il disagio sociale è in continuo aumento fra le famiglie goriziane».
Silvana Romano, assessore comunale al Welfare, lo puntualizza all’indomani del maxi-vertice voluto dalla Prefettura e dedicato alla delicata questione dei profughi accampati in riva all’Isonzo. «Nel corso del 2013 - argomenta Romano - sono stati più di 19 i milioni stanziati (ed utilizzati) per i settori dell’assistenza e dell’istruzione. Traducendo in percentuali significa che il 40,2% dei 48.121.372,59 euro di spesa corrente è stato erogato per l’assistenza, il sociale e i servizi legati alle scuola: settori per i quali il Comune di Gorizia ha speso complessivamente 19 milioni 268mila 282,54 euro (15 milioni 988mila 699,99 per sociale e assistenza e 3 milioni 279mila 612,55 per l’istruzione). Questo significa che è stata prestata grande attenzione alle famiglie in difficoltà e ai bambini, nonostante i tagli pesantissimi che abbiamo subito da parte della Regione. E tutte queste risorse non bastano perché la richiesta è crescente», allarga le braccia Romano. Piena conferma viene anche dalla lettura dei dati relativi alle tariffe a domanda individuale che riguardano servizi in cui, di norma, il Comune non ci guadagna. Anzi, deve ripianare di anno in anno il deficit per il 55, anche il 60 per cento. Nel caso di Gorizia parliamo di musei, degli scuolabus, del centro sociale polivalente, della casa di riposo "Angelo Culot", del teatro Verdi, delle mense scolastiche e chi ne ha più ne metta. Le entrate sono di gran lunga inferiori alle uscite, ovvero alle spese che il Comune deve affrontare per garantire tali servizi considerati essenziali. Per sostenerli, il Comune di Gorizia ha sborsato nel 2013 qualcosa come 8.477.473,44 euro. Ed è riuscito ad incassare, grazie alle cosiddette “tariffe per i servizi a domanda individuale”, la miseria di 3.645.374,50 euro.
«Con questi numeri capite che non possiamo gestire anche i profughi», taglia corto Silvana Romano. Al suo fianco si schiera anche Roberto Sartori, vicesindaco. «È una situazione delicata e complessa, la stessa Prefettura sta cercando di capire chi sono questi giovani e da dove vengono, se hanno fatto richiesta di asilo o no. Il Comune già ospita un numero considerevole di immigrati all’hotel Internazionale e alla Caritas. È necessario ed opportuno che il flusso venga ripartito anche negli altri Comuni della Provincia, non solo e sempre a Gorizia o Gradisca: ognuno se ne faccia carico e contribuisca a dare una mano».
Aggiunge: «È evidente che il sistema Italia non funziona, è incapace di gestire il flusso di immigrati, è al limite. Il problema parte da lontano, va affrontato seriamente a livello europeo, ed il nostro Governo si chiarisca le idee, molto spesso confuse ed approssimative, basta con il buonismo astratto, dia delle indicazioni chiare e soprattutto attuabili alle Prefetture, alle Regioni e ai Comuni».
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