I profughi del Silos traslocano a Valmaura

Cento migranti verranno trasferiti nel capannone della Saf in via Rio Primario. Trenta al centro d’accoglienza di Pordenone
Di Gianpaolo Sarti
Lasorte Trieste 29/03/12 - Sala Giunta, Presentazione Bilancio Comune, Famulari
Lasorte Trieste 29/03/12 - Sala Giunta, Presentazione Bilancio Comune, Famulari

Comune e Prefettura hanno individuato la struttura dove trasferire i profughi del Silos. È un capannone di via Rio Primario, come si ventilava negli ultimi giorni, di proprietà della Saf. La conferma è uscita dalla riunione di ieri nel Palazzo del governo di piazza Unità tra l’assessore alle Politiche sociali Laura Famulari e il prefetto Francesca Adelaide Garufi, convocata per fronteggiare l’emergenza immigrazione in città. Nell’immobile saranno spostate tra le ottanta e le cento persone, tutte di nazionalità afgana o pachistana, delle centottanta che dimorano nella baraccopoli. O forse di più, se dovesse presentarsi la necessità, ma solo dopo il via libera dei vigili del fuoco a cui spetta la verifica dell’agibilità per una portata superiore. L’edificio sarà preso in affitto dall’Ics; la cifra investita, fanno sapere dal municipio, verrà rimborsata dal ministero dell’Interno. Il resto dei migranti sarà così distribuito: trenta saranno destinati a Pordenone, mentre gli altri troveranno ospitalità in appartamenti e alloggi che Caritas e Ics stanno cercando ancora.

L’operazione su via Rio Primario richiede alcuni passaggi organizzativi e logistici, oltre alle procedure amministrative, a qualche intervento impiantistico e a un servizio di portierato. Il tutto potrebbe sbloccarsi nel giro di qualche giorno ma non si escludono tempi più lunghi, fino a due settimane in caso di intoppi. Anche perché la trattativa con il proprietario è ancora in corso; in ogni caso l’edificio va sgomberato e pulito a fondo. «Non si può fare tutto dall’oggi al domani, è impossibile», spiega l’assessore. Sarà comunque la Protezione civile a occuparsi dell’allestimento, mettendo a disposizione brande e attrezzature. Servizi igienici e acqua, invece, sono già fruibili. È previsto il coinvolgimento di associazioni di volontariato per garantire nel sito una presenza costante nell’arco delle ventiquattrore.

Il capannone non rappresenta, tuttavia, una soluzione definitiva del problema. «Potrebbero arrivarci altri profughi - osserva l’assessore - quelli sbarcati al Sud. Questa è la nostra preoccupazione, perché il ministero cerca posti ovunque. Il nostro obiettivo è cercare di rispondere con piccole strutture distribuire sul territorio. Attualmente ce ne sono un’ottantina».

L’emergenza umanitaria, insomma, non finisce qui e potrebbero rendersi indispensabili altre strutture di accoglienza e beni di prima necessità. Non a caso la giunta Cosolini, su proposta di Famulari, intende adibire una parte del magazzino comunale di piazza Oberdan - attualmente impiegato per lo stoccaggio dei medicinali delle farmacie - come punto di raccolta e distribuzione di vestiti, coperte e altro. «Questo soprattutto in una prospettiva invernale - chiarisce l’assessore -. I cittadini, in base alle effettive necessità, potranno donare quanto ritengono utile». Sarà il Comune a pubblicare, attraverso il proprio sito web, ciò di cui ci sarà bisogno e gli orari per portare il materiale.

La vicenda, oltre che umanitaria, è anche politica. Dopo gli attacchi della Lega Nord, si fa sentire anche Forza Italia: stavolta parte dalla Quarta circoscrizione una proposta di intervento sul Silos. «A seguito di un sopralluogo ho potuto notare che i richiedenti asilo espletano i proprio bisogni fisiologici all'aperto stante la mancanza di servizi igienici - rileva il capogruppo Alberto Polacco -. È chiaro, per come accertato anche dall'Azienda Sanitaria, che siamo di fronte ad una situazione insostenibile che rischia di mettere in pericolo anche la salute pubblica. Una volta effettuato lo sgombero, che deve avvenire il prima possibile, sarà necessario un capillare intervento di bonifica su tutta l'area. Mi è giunta notizia che sarebbe intenzione del Comune affidare ad Acegas Aps tale incombente: l'importante - conclude Polacco - è che non avvenga con i soldi dei cittadini».

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