I primi vent’anni del Commissariato di Monfalcone tra nuove leve e lavori

Cerimonia con targa e cin cin. Il questore: «Presidio entrato nel cuore». L’immobile richiede però un refresh. Nei primi 4 mesi più reati per litigi

Tiziana Carpinelli
Una foto di gruppo interforze Foto Katia Bonaventura
Una foto di gruppo interforze Foto Katia Bonaventura

MONFALCONE. Tra le sue massicce mura si sono alternati in vent’anni quattro dirigenti, una miriade di agenti, inevitabilmente svariati malfattori e pure migliaia di cittadini, magari anche solo per il rinnovo d’un passaporto. Ma quelle mura rappresentano qualcosa d’importante per la comunità: lo Stato, l’Istituzione, soprattutto la Polizia di Monfalcone, con i suoi sessanta uomini ogni santo giorno in servizio sulle strade per proteggere le persone e assicurare chi delinque alla giustizia. Qualcuno è da poco entrato in quiescenza, qualcun altro è di fresca leva. Ma per tutti, ieri, è stata una giornata di festa, condivisa con gli altri «fratelli nel dovere», come li ha chiamati il questore Luigi Di Ruscio, cioè carabinieri, finanzieri, vigili urbani, marinai della Capitaneria, lieti di abbracciare la tonda ricorrenza: i primi vent’anni del Commissariato di via Foscolo, tre piani e due blocchi a presidio della sicurezza.

Giornata di ricordi, ma pure di bilanci. Perché Monfalcone, città a vocazione operaia e melting pot di culture, è «una realtà relativamente piccola, ma complessa», come ha ricordato il primo dirigente Stefano Simonelli, ormai dal 2016 – e pressoché ininterrottamente, salvo la piccola parentesi pordenonese, – qui di casa. Dall’analisi del primo quadrimestre d’attività, da un anno all’altro, «s’è registrato – stando alla Questura – un incremento sensibile dei reati legati alla “rissosità”, cioè diverbi e minacce», un fenomeno emerso soprattutto nel post pandemia, e «pure una crescita delle truffe». Erano 15 le lesioni denunciate nei primi 4 mesi del 2023, sono salite a 30 nel 2024. Da 10 a 20 i reati di minacce, mentre le truffe sono passate da 50 a 70.

Il questore Luigi Di Ruscio con il primo dirigente Stefano Simonelli Foto Katia Bonaventura
Il questore Luigi Di Ruscio con il primo dirigente Stefano Simonelli Foto Katia Bonaventura

L’occasione dell’anniversario dal trasloco da via Rosselli, dove il quartier generale è stato lasciato in eredità alla Municipale, tutt’ora presente, ha dato il la al questore per una riflessione generale e l’annuncio di qualche novità, focalizzata proprio sull’immobile, che data l’età meriterebbe un refresh. In questo, l’ha auspicato il dottor Di Ruscio, si spera la Regione possa tendere una mano, alla prossima variazione di bilancio. Servono 800 mila euro, perché è da rifare tutta la parte impiantistica e porre rimedio alle significative infiltrazioni d’acqua dal tetto.

La festa, dunque. «I vent’anni di questo edificio si vedono tutti, ma è un dato che il Commissariato ha saputo entrare nel cuore dei monfalconesi», ha detto il questore salutando anche il “battesimo” di Antonio Garritani (che conosce per i trascorsi professionali nell’Arma) come «sindaco facente funzioni». Ancora «vice», ha poi precisato per dovere di cronaca l’assessore alla Sicurezza.

Di Ruscio ha ricordato come l’idea di trasferire qui nel 2004 il Commissariato, con incastonato il distaccamento della Polizia Stradale, attualmente diretto dal vicequestore aggiunto Dario Russo, sia stata del Siulp, presente con Giovanni Sammito, che all’epoca celebrò il trasferimento attraverso una speciale cartolina della Polizia di Stato e ieri invece con il dono di una bella targa. «Siamo felici – sempre il questore – di condividere con chi fa parte della più vasta famiglia della sicurezza questa festa». «Il rinfresco però non lo pago io!», ha aggiunto scherzando, perché Di Ruscio ama seminare battute. «Un ringraziamento a chi è venuto, pur se appena entrato in quiescenza – ha proseguito –, per celebrare queste mura che hanno sempre troppo pochi uomini, ma tutti animati da quel senso del dovere che ancora ci fa trepidare quando vediamo issare la bandiera. Le chiacchiere e il distintivo li lasciamo ad altri». Il questore ha quindi invitato don Flavio a un breve raccoglimento spirituale, anche rivolto a chi non c’è più. La parola è poi passata a Simonelli, che ha posto l’accento sulla «gran sinergia con i colleghi delle altre forze dell’ordine», chiamando a sé pure i colleghi pensionati: Eddi Battistutta, Liviana Nicoli, Franco Acciardi e Giuliano Tormenta. Non ha mancato di menzionare l’innalzamento di livello del Commissariato e l’importante ricambio generazionale, un «passaggio di testimone» registrato negli ultimi mesi in via Foscolo. Da ultimo Garritani ha evidenziato come le forze dell’ordine «spesso lavorino in silenzio», ma con grande efficacia, vedi la recente operazione Asterix e «lo smantellamento di una rete di distribuzione di cocaina» con epicentro in via dell’Arena.

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