I più “bacchettoni” del Nordest? Triestini e friulani

L’indagine LaSt rivela che la tolleranza abita a Nordest. Ma i meno aperti su eutanasia e aborto sono i cittadini Fvg
Una manifestazione per i diritti degli omosessuali
Una manifestazione per i diritti degli omosessuali

TRIESTE. Il nordestino, soprattutto in Trentino Alto Adige e molto meno in Friuli Venezia Giulia, è un cittadino più tollerante della media. Considera ammissibili socialmente comportamenti come l’aborto, i rapporti omosessuali e l’eutanasia. Fa più fatica ad accettare lifting e droghe leggere. Contesta in tre casi su quattro solo la prostituzione. È un tollerante, dunque, per quanto individualmente non condivida certe situazioni border line. Ma ha anche forti venature libertarie, che indicano una tendenza al relativismo.

Lo rileva, con tanto di tabelle e percentuali, l’indagine LaST (Laboratorio sulla società e il territorio) promossa da Community Media Research con Questlab. Molti modi di agire proposti dal sondaggio riscontrano un grado di ammissibilità elevato. In particolare la convivenza fra due persone, senza che essa venga istituzionalizzata, religiosamente o civilmente, è largamente accettata nel Nordest (90,1%; 90,2% in Italia). Ma con percentuali molto alte i nordestini considerano abbastanza o del tutto ammissibili anche ricorrere alla fecondazione artificiale (85,7%; 84,8% in Italia), richiedere l’eutanasia (75,0%; 75,9% in Italia), avere rapporti omosessuali (79,2%; 75,2% in Italia). Più della metà si mostra inoltre tollerante verso l’aborto (65,8%; 61,0% in Italia) e il lifting (52,0%; 44,3% in Italia), mentre vengono bocciati spinelli (il 43,2% li considera ammissibili; 44,1% in Italia) e prostituzione (26,5%; 27,4% in Italia).

Il direttore scientifico Daniele Marini accosta gli orientamenti culturali a Nordest con l’esperienza di Internet: «Navighiamo avendo sì una bussola, i valori, ma sperimentiamo vagando qua e là, talvolta senza una meta precisa, alla ricerca di informazioni ed esperienze». I valori, in sostanza, «hanno visto attenuare progressivamente la capacità di indirizzare i modi di agire delle persone secondo impostazioni preordinate». E così molti comportamenti, «sebbene non condivisibili a livello soggettivo, sono ritenuti comunque ammissibili per gli altri». Un’ambivalenza con due possibili declinazioni: «Da un lato, può spingere i soggetti a compiere scelte più responsabili e consapevoli; dall’altro, può rendere le persone più indifferenti poiché tutte le scelte diventano giustificabili e accettabili».

Guardando alle diverse regioni, i trentini e gli altoatesini (95,2%) si mostrano più disponibili rispetto ai veneti (89,2%) e ai friulano-giuliani (85,7%) per quel che riguarda la convivenza. Il ricorrere alla fecondazione artificiale è ritenuta una pratica ammissibile per la totalità degli intervistati del Trentino Alto Adige, meno per quelli del Veneto (84,8%) e del Friuli Venezia Giulia (83,1%). Anche la possibilità di richiedere l’eutanasia incontra accoglienza soprattutto in Trentino Alto Adige (90,0%), molto meno in Veneto (77,6%) e in Friuli Venezia Giulia (61,8%). Così come sul tema della omosessualità ancora una volta sono i trentini e gli altoatesini (90,5%) ad apparire più aperti rispetto a friulano-giuliani (81,6%) e veneti (77,4%). Percentuali di tolleranza più alte in Friuli Venezia Giulia che non in Trentino Alto Adige solo sulle droghe leggere e la prostituzione.

L’indagine ha anche costruiti dei profili utili a individuare i lineamenti culturali della popolazione. Il gruppo prevalente è costituito dai tolleranti (53,7%; 49,2% in Italia), con i trentini e gli altoatesini (57,1%) e i veneti (55,2%) più vicini a questo orientamento rispetto ai friulano-giuliani (44,4%). Seguono, a distanza, i libertari (29,6%; 28,8% in Italia), visione diffusa più in Trentino Alto Adige (38,1%) e in Friuli Venezia Giulia (31,9%) che in Veneto (27,6%). L’identikit di tolleranti e libertari? In prevalenza giovani, maschi, con un titolo di studio più elevato, non praticanti riti religiosi e con una militanza politica. Più a distanza i severi (6,7%; 12,4% in Italia) e gli intransigenti (10,0%; 9,6% in Italia). Se in Trentino Alto Adige non annoveriamo alcun “intransigente” e pochi “severi” (4,8%), in Friuli Venezia Giulia (13,9% “intransigenti”; 9,7% “severi”) e in Veneto (11,2% “intransigenti”; 5,9% “severi”) si osserva una maggiore polarizzazione.

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