I pendolari lanciano la petizione online per la linea serale con fermata Firenze

Sotto accusa la cancellazione della tappa della Freccia in partenza da Firenze alle 18.15. E c’è chi richiede a gran voce l’Intercity notte per Lecce

I triestini possono dire addio a una toccata e fuga nella culla del Rinascimento. Lo stesso vale per i fiorentini, che non potranno più raggiungere il Friuli Venezia Giulia, almeno non con un treno diretto la sera.

Con l’entrata in vigore del nuovo orario dei treni, che scatterà domani, domenica 15 dicembre, l’unica Freccia che garantiva un rientro serale a Trieste da Firenze (partendo alle 18.15) non fermerà più nel capoluogo toscano. Si tratta della Frecciaargento 8448 che oggi per l’ultimo giorno partirà da Roma Termini alle 16.35 per arrivare a Trieste alle 21.54 facendo tappa alla stazione Santa Maria Novella, peraltro l’unica prevista in Toscana. Da domani la Freccia in questione sarà stata sostituita con la numero 9480 che partirà da Termini alle 16.30, fermerà per la prima volta anche a Roma Tiburtina, manterrà tutte le classiche fermate (Bologna, Padova, Mestre, Trieste Airport e Trieste) senza però toccare Firenze e con essa l’intera Toscana.

A fare l’amara scoperta un gruppo di abitanti toscani che, vuoi per lavoro, vuoi per piacere, usano abitualmente quel treno, «l’unica Freccia - incalzano con gli occhi sgranati - che ci consente di raggiungere di sera Trieste e il Friuli Venezia Giulia». Immediata la reazione: su change. org ieri è comparsa una petizione, sottoscritta da «un gruppo di pendolari tra le due regioni» per ripristinare l’unico treno diretto serale tra la Toscana e il Friuli Venezia Giulia.

Destinatari della richiesta sono gli ad di Trenitalia e Rfi, rispettivamente Orazio Iacono e Maurizio Gentile, e gli assessori regionali ai Trasporti del Fvg, Graziano Pizzimenti, e della Toscana, Vincenzo Ceccarelli. «Chiediamo a Trenitalia di non penalizzare la Toscana e il Friuli Venezia Giulia e che riconsideri quindi la decisione presa reinserendo la fermata di Firenze dell’unico treno pomeridiano diretto a Trieste» dichiara il portavoce dell’iniziativa, Cristiano Lucchi. «Garantire due fermate alla città di Roma e nessuna all’intera Toscana ci pare una decisione incomprensibile per un servizio pubblico come quello ferroviario». L’alternativa, spiega Lucchi, per chi dalla Toscana si reca a Trieste, prevede un cambio di treno e un’ora in più di viaggio. Un disagio non da poco che colpisce pendolari, lavoratori, turisti e tutti quelli che vivono o abitano in due regioni già scarsamente collegate tra loro». La decisione coglie di sorpresa anche l’assessore Pizzimenti, che nel valutare come «Trieste e Firenze non siano collegabili con i mezzi pubblici neanche tramite aereo» si dice pronto a interpellare il collega toscano per affrontare la questione.

Anche perché, a non prendere il toro per le corna, si rischia che una possibile soluzione finisca alle calende greche. Come è successo nel 2013 con la soppressione dell’Intercity Notte Trieste - Lecce. Una decisione che la comunità di pugliesi residenti nella Venezia Giulia, a sei anni di distanza, non ha ancora digerito. D’altronde per raggiungere le loro famiglie d’origine in treno, i pugliesi devono affrontare un viaggio di almeno 11 ore . C’è il volo Trieste - Bari, direbbe qualcuno. «Ma per chi abita nel Sud della Puglia arriva troppo tardi e non ci permette di arrivare a destinazione» spiega Angelo Parisi de Il Trullo, il circolo dei pugliesi in Fvg.

E quando il Natale si avvicina, la rabbia monta. Così la comunità pugliese di Monfalcone (che conta 2.500 persone agguerrite sul tema) ha risollevato il problema rivolgendosi al consigliere regionale Giuseppe Nicoli (Fi) che copre la carica di consigliere anche nel comune bisiaco. Da qui è partita un’interrogazione che Nicoli ha di recente presentato al Consiglio regionale. «Dalla soppressione del treno Intercity notte Trieste Lecce sono nati numerosi disagi per i passeggeri che devono recarsi nel Meridione - si legge -. Sono costretti a cambiare treno a Mestre e in alcuni casi anche a Bologna, con la conseguenza che bambini e anziani non sono in grado di affrontare un viaggio che può durare fino a 15 ore». Da queste premesse Nicoli ha chiesto all’assessore Pizzimenti «se intende intervenire per ripristinare il treno notturno». E a sua volta Pizzimenti si è impegnato a porre la questione «al Ministero dei Trasporti e alla direzione Lunga percorrenza di Rfi la prossima volta che andrò a Roma». —
 

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