I pediatri sugli asili «Obbligo di vaccini»

Via libera dall’Asuits ai vaccini obbligatori negli asili e nei nidi della città. La proposta, avanzata nei giorni scorsi dall’assessorato all’Educazione del Comune, trova pieno appoggio dai vertici della sanità, alla prese in queste settimane con il piano di prevenzione anti-Tbc sui 3.490 bimbi avvicinati dalla pediatra ammalata. Per l’iscrizione sarà necessario sottoporre i bambini all’antidifterica, all’antitetanica, all’antipoliomielitica e all’antiepatite virale B.
La questione era stata analizzata dagli addetti ai lavori già a inizio anno in un tavolo interaziendale, al quale partecipano anche i pediatri, costituito con decreto del direttore generale Nicola Delli Quadri. L’équipe si è riunita alcuni giorni fa per esprimere il proprio parere a riguardo: «Richiedere l’adozione di opportune norme atte a consentire la frequenza ai nidi e alle scuole materne ai soli bambini che abbiano ricevuto tutte le dosi delle vaccinazioni di legge - scrive l’Asuits in una nota - è ritenuta uno strumento di tutela della salute della collettività che può essere reso immediatamente operativo e, anche per questo, è pienamente condiviso». Anche perché, si legge ancora, la protezione del singolo bimbo, soprattutto nella prima infanzia, richiede «strumenti di salute pubblica che interessano tutta la popolazione pediatrica e per garantire questo è necessario vincolare l’accesso in comunità solo a chi è già protetto dalle malattie infettive prevenibili con le vaccinazioni». Una presa di posizione condivisa pure dall’Irccs Burlo Garofolo. Il Comune si è già mosso con una mozione che andrà a modificare il regolamento per l’accesso alle strutture. Il provvedimento, annunciato dall’assessore Brandi e dal gruppo consiliare di Forza Italia, si limita per il momento ai nidi: un totale di duemila bambini che rientrano nella fascia 0-3; sono quindi 17 strutture in tutto, comprese quelle convenzionate. Ma l’iniziativa, come aveva ventilato l’assessore, sarà estesa pure alle materne. «Il tavolo promosso dall’Asuits sostiene quanto noi pediatri abbiamo proposto: cioè che l’ingresso nelle strutture dell’infanzia venga riservato ai bambini che hanno fatto almeno i vaccini obbligatori - rileva il dottor Andrea De Manzini, che fa parte del gruppo di esperti - naturalmente noi auspichiamo una maggior sensibilità da parte delle famiglie pure per i vaccini non obbligatori. Il nostro compito - aggiunge - è convincere i genitori, i quali devono essere consapevoli che la scelta di non vaccinare i figli può comportare rischi. Come pediatri - conclude - diamo atto al Comune di Trieste di aver fatto partire un’iniziativa valida, assolutamente necessaria e che condividiamo totalmente».
L’obbligatorietà, stando a quanto affermato da Brandi in una recente conferenza stampa, scatterà già a partire da gennaio, da quando cioè inizieranno le iscrizioni al prossimo anno scolastico. La decisione del Comune era partita da una constatazione: il calo della copertura dei vaccini tra i bimbi della città, scesi al di sotto della soglia di sicurezza (il 95%), vale a dire quella che garantisce il controllo nella diffusione delle malattie. Ciò si starebbe verificando, secondo quanto riferito, per tutte le tipologie: antidifterica (89%), antitetanica (91%), antipoliomielitica (92%) e antiepatite virale B (89%).
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