I No Ovovia sbarcano a Muggia: «No al raddoppio della galleria»
Il sodalizio guidato da Starc lancia l’assist al gruppo Gag e ne appoggia la linea. Le due realtà con il comitato Proteggiamo punta Olmi per un confronto corale
Tre comitati che si incontrano a Muggia per fare il punto sulla situazione relativamente alle lotte per cui sono nati. Parliamo dei due comitati sorti nella cittadina istroveneta, ossia Gag Gruppo alternativo galleria e Comitato proteggiamo punta Olmi, e quello triestino No ovovia contro la realizzazione della cabinovia. L’occasione è arrivata dalla tavola rotonda organizzata dal circolo Acli di Muggia, presieduto da Stefano Decolle, per discutere sul ruolo dei comitati come protagonisti nelle comunità locali, attraverso, ad esempio, la presentazione di proposte di legge di iniziativa popolare.
Lo sbarco dei No Ovovia
Lo “sbarco” a Muggia del comitato No Ovovia, soprattutto dopo la grande partecipazione al corteo dello scorso 25 ottobre - oltre 4 mila partecipanti alla sfilata organizzata dal comitato per protestare contro il progetto dell’impianto a fune voluto dalla giunta guidata dal sindaco Roberto Dipiazza, tra i quali numerosi muggesani - assume i connotati di un appoggio aperto alle istanze dei comitati muggesani.
Confermato dal portavoce William Starc, che ha parlato dell’evidente disaffezione nei confronti della politica da parte della cittadinanza con la quale l’amministrazione comunale non dialoga: «Siamo nati tre anni fa con la presentazione del progetto della cabinovia – ha detto Starc – e la prima iniziativa è stata quella del referendum. C’è stata un’adesione trasversale, da destra a sinistra. Poi la proposta di referendum è stata bocciata. Questo ci ha stimolato a continuare».
Punta Olmi
Per il Comitato proteggiamo punta Olmi è intervenuta Nelly Cosulich, che ha raccontato la genesi del comitato: «Dopo che sul quotidiano locale erano apparsi i rendering realizzati dall’imprenditore che ha acquistato i terreni per farne un villaggio turistico residenziale, ci siamo decisamente allarmati.
Poi fortunatamente la conferenza dei servizi ha bloccato il tutto. Abbiamo deciso di mobilitarci per salvare questa preziosa area in un Comune come il nostro che già primeggia in regione per consumo del suolo. Nel frattempo abbiamo raccolto le firme, più di tremila, per chiedere la realizzazione di un’area protetta o di un biotopo che abbiamo portato in Consiglio regionale».
Il Gag contro il raddoppio
Per il Gag era presente uno dei portavoce del comitato Sergio Norbedo: «Gag è nato in maniera spontanea. Approfondendo il progetto sono venute fuori diverse problematiche legate anche alla viabilità esterna, non solo ai lavori di raddoppio.
Dalla conferenza dei servizi sono arrivate solo non risposte. Abbiamo chiesto di fare un’assemblea pubblica, proposta che è stata rigettata. Registriamo una mancanza di trasparenza e l’assenza di un confronto costruttivo. La conferenza dei servizi sembrava potesse stimolare il confronto ma ciò non è avvenuto».
Gli aspetti contestati
Due sono essenzialmente gli aspetti contestati dal comitato. Il primo riguarda il cantiere di 21 mesi nella galleria e le sue conseguenze in termini di sicurezza. La seconda rimostranza è invece connessa alla futura viabilità, durante lo svolgimento dei lavori e soprattutto al loro termine. «Nel corso del cantiere – ha spiegato Norbedo – il flusso di veicoli sarà convogliato su strade di campagna, strette e soggette a periodici dissesti e cedimenti. Inoltre, relativamente alla viabilità immediatamente adiacente alla galleria, via San Giovanni, ad esempio, non è dimensionata per un tale incremento del traffico». Il portavoce del comitato ricorda che a passare in quei punti saranno anche ambulanze e forze dell’ordine.
Non contro a priori
I comitati hanno sottolineato il fatto di non essere nati con l’obiettivo di essere contro a priori: Nelly Cosulich ha specificato che «il comitato non è “contro”, perché in realtà noi siamo a favore della tutela del bosco e contro l’ennesima cementificazione». Anche Starc ha ricordato di essere stato tacciato spesso di essere un “non se polista”.
I tre sodalizi, nel corso della serata, hanno fatto fronte comune relativamente alle rispettive istanze. Un incontro, quindi, che è servito per conoscersi, confrontarsi e mettere sul tavolo le rispettive questioni. Un’unione di intenti, anche se su tematiche differenti, di cui occorrerà, d’ora in avanti, tenere conto. —
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