I negozianti di Muggia temono Montedoro
MUGGIA. «Esercenti e commercianti del centro storico si chiedono come poter salvaguardare le loro attività di fronte al raddoppio del centro commerciale Montedoro, passato in Consiglio comunale con i soli voti di quella sinistra che millantava da sempre la loro tutela». È un Daniele Mosetti al vetriolo quello che torna su uno degli argomenti più sentiti in questi mesi: l’ok all’allargamento degli spazi commerciali allo Shopping Center Montedoro. Un allargamento che, secondo il malumore raccolto dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, rischia di mettere ulteriormente in difficoltà gli esercizi del centro cittadino.
«Abbiamo votato contro questa delibera, esprimendo una volontà che sia a vantaggio delle già sofferenti attività commerciali del centro storico, ma a nulla è valsa la nostra scelta - tuona Mosetti -. Il rilancio dei liberi professionisti e la difesa dei posti di lavoro dei dipendenti impiegati nelle medie e piccole realtà lavorative del centro dovrà ora seguire un iter diverso, attraverso una maggior coesione con l’associazionismo e le forze politiche, con un nuovo piano strategico che miri a definire le nuove linee guida, utilizzando gli strumenti in possesso del territorio che questa amministrazione non ha saputo sfruttare, adottando nuovi dispositivi a partire dal prossimo anno».
Pronta la replica di Stefano Decolle, assessore comunale al Commercio: «Mi spiace constatare che ancora una volta la politica vuole fare impresa senza mettere i soldi. Il mio grande rispetto va a chi ogni giorno tira su la serranda e crea ricchezza per il territorio, e non corre più dietro alle logiche di proclami ormai superate». Per l’esponente renziano Muggia ha tre possibili linee di sviluppo commerciale: la grande distribuzione (parco commerciale) in zona Montedoro/Rabuiese, il commercio locale nell’area della stazione delle autocorriere e zone limitrofe, artigianato e piccolo commercio nel centro storico.
«Sul territorio - spiega Decolle - alla data del 20 maggio, erano attivi 168 esercizi commerciali, 42 dei quali nel centro storico. Nel 2014 nel centro storico sono state aperte cnque nuove realtà e sono cessate sei attività, con un calo quindi solo di una. Per gli imprenditori, sia piccoli che grandi, sia che si trovino ad Aquilinia che in calle Puccini, i problemi non sono di piani strategici e “teatrini” dove sentirsi coccolati. Loro sono pragmatici».
I problemi da risolvere? Decolle sciorina: «Alta tassazione, burocrazia di difficile comprensione, linee di affidamento bancario sempre più complicate. Ogni giorno ascolto e dò risposta ai problemi dei commercianti, e mi piace far questo. Di riunioni fumose, invece, ne ho già fatte troppe. Le lascio volentieri alla prossima campagna elettorale».
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