I Neanderthal, i Sapiens e la scoperta dei “baci” che smontano i dogmi
A “letto” con i Neanderthal. Che si curavano con forme primitive di medicinali, appartenevano al genere “homo”, proprio come i Sapiens, e ne condividevano in larga parte l’aspetto fisico. Tanto che, contrariamente a quanto sostenuto fino a poco tempo fa dalle teorie evoluzionistiche classiche, molti di noi avrebbero in corpo Dna neandertaliano, memoria genetica di preistorici amori. Queste e altre scoperte sono state esposte ai lettori iscritti alla community “Noi Il Piccolo”, che ieri sera si sono aggiudicati un posto riservato al Miela in occasione del quarto appuntamento di “Science & the city”, condotto da Mauro Giacca e con protagonisti gli scienziati David Caramelli e Claudio Tuniz (nella foto di Andrea Lasorte).
Il primo è docente di Antropologia molecolare all’Università di Firenze. Indaga non solo il passato ma anche il presente, collaborando con le forze dell’ordine per la risoluzione di delitti o casi complessi. Il secondo, goriziano d’origine e triestino d’adozione, ha diretto il Centro di fisica teorica oltre ad aver collaborato con i più importanti centri di eccellenza mondiali.
«Tradizionalmente si attribuisce la comparsa della nostra specie a una mutazione genetica, in una narrazione simile a quella biblica, tanto che nel dibattito scientifico si parla di Eva mitocondriale, o dell’uscita dall’Africa come di un evento simile all’esodo – hanno spiegato gli studiosi –. Si è scoperto che la storia è ben più complessa. La metafora più adatta a descrivere la storia dell’evoluzione umana è quella del fiume a canali incrociati: le acque si mischiano, confluiscono le une nelle altre, fino ad arrivare a noi». Analogamente, «sequenziando, grazie ai ritrovamenti di denti, i batteri del cavo orale di Neanderthal e Sapiens, è risultato che il batterio di una specie era nel cavo orale dell’altra: vuol dire che si scambiavano baci».
Rimangono aperte le grandi domande di senso. Chi siamo? Da dove veniamo? Che cosa significa essere umani? In attesa di risposte, il prossimo appuntamento di “Science & the city” è per il 24 ottobre, sempre al Miela, per la conferenza “Geni come farmaci” con i professori Alberto Auricchio (Telethon Institute of Genetics and Medicine di Napoli) e Anna Cereseto (Università di Trento). Una parte dei posti sarà riservata un’altra volta ai lettori iscritti alla community “Noi Il Piccolo”: la partecipazione si può prenotare visitando la sezione “eventi” del sito web del quotidiano. —
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