I musei civici di Trieste riducono l’orario: la preoccupazione dei sindacati

L’assessore Rossi: «Le priorità della giunta sono altre e mi adeguo». Le organizzazioni dei lavoratori: «Nessuno perda il posto»

Laura Tonero
Il museo d'arte orientale Foto Massimo Silvano
Il museo d'arte orientale Foto Massimo Silvano

I musei civici macinano numeri in termini di ingressi e di incassi. Per alcune delle sedi espositive i visitatori dal 2015 a oggi sono quadruplicati. Nonostante ciò, il nuovo appalto per l’accoglienza e la sorveglianza, che dovrebbe entrare a regime da febbraio, imporrà una riduzione degli orari di buona parte dei musei. Il provvedimento preoccupa i sindacati, che temono una diminuzione del monte ore per alcuni addetti, e fa allargare le braccia all’assessore alla Cultura e al Turismo Giorgio Rossi. Che con una vena polemica ammette che «la coperta per il mio assessorato è corta e non è facile far quadrare il cerchio».

Gli orari

Per Castello di San Giusto e Risiera di San Sabba non ci saranno cambiamenti. Gli unici intoccati. Per il Revoltella – che oggi indica l’apertura tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 9 alle 19, con ultimo ingresso alle 18 – il nuovo appalto posticipa l’apertura alle 10. Le porte del Winckelmann – che dal 2015 al 2023 è passato da 9.061 a 68.977 ingressi – si apriranno dal mercoledì in poi, dalle 10 alle 16, quando oggi aprono già dal martedì e fino alle 17. Stessa sorte per lo Schmidl.

Il Museo d’Arte orientale, oggi visitabile dal giovedì alla domenica, dalle 10 alle 17, sarà fruibile tutti i giorni tranne il mercoledì e il giovedì dalle 10 alle 16. Il de Henriquez, che oggi resta chiuso il martedì mentre nel resto della settimana l’ingresso è possibile dalle 10 alle 17 e il mercoledì fino alle 19, è prevista l’apertura dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 16. Stesso discorso per il museo di Storia naturale. L’apertura dell’Orto botanico verrà posticipato di un’ora. Il Sartorio guadagnerà un giorno di apertura, ma anticipando dalle 17 alle 16 la chiusura.

Il museo Revoltella Foto Silvano
Il museo Revoltella Foto Silvano

Il valore dell’appalto

L’appalto precedente, quello affidato nel 2020 e attualmente in proroga con la gestione di Euro&Promos, partiva da una base d’asta, Iva esclusa, di 4.371.006 euro, con un fabbisogno presunto per il periodo dell’appalto di 257. 118 ore. Il servizio appena affidato al Cns di Bologna, invece, partiva da una base di gara di 6.419.479 euro, con un fabbisogno ore di 316. 500. Questo considerando come l’appalto precedente non prevedeva addetti al Revoltella (il servizio era garantito da personale comunale e solo in un secondo momento sono stati inseriti due addetti esterni, mentre il nuovo appalto prevede 7 persone in quel contesto) e a LeTs, che ha riaperto lo scorso mese di settembre a Palazzo Biserini.

L’assessore

«Le disponibilità finanziarie che ha il mio assessorato – dice fuori dai denti l’assessore alla Cultura e al Turismo Giorgio Rossi – sono quelle che sono, e con quelle devo far quadrare il cerchio. Se mi assegnassero 2 milioni di euro in più, le cose andrebbero diversamente e proporrei l’apertura dei musei anche alla sera, magari in certe giornate, organizzando degli eventi che avvicinino i giovani a quelle sedi museali».

«Se le scelte di questa amministrazione sono prioritarie su altri settori – aggiunge Rossi – io facendo parte di una giunta mi adeguo: questa la mia dichiarazione ufficiale». L’assessore fa presente che negli ultimi anni gli incassi dei musei sono raddoppiati: «Nel 2024 abbiamo incassato 1,1 milioni. Con la premessa che fare cultura non sempre deve comportare dei profitti, mi sento di dire che dalle visite arriva un grande contribuito alla gestione dei musei». Ricordando che per questo appalto «hanno deciso di usare anche 450 mila euro dell’imposta di soggiorno, cosa che non mi trova d’accordo – così Rossi – chiedo alla Regione se è prevista questa destinazione per quegli introiti, che invece io reputo siano destinati a organizzare eventi e a infrastrutture per il turismo».

Gli orari altrove

Facendo qualche esempio degli orari adottati altrove, in città con un respiro turistico simile se non inferiore a Trieste, a Treviso il museo di Santa Caterina e il Luigi Bailo aprono alle 10 e chiudono alle 18. Stessa scelta per i musei civici di Vicenza, di Verona e di Ferrara.

I sindacati

Va premesso che tutte le sigle sindacali riconoscono a Rossi «di essersi battuto per un miglioramento delle condizioni economiche di coloro che sono impegnati in questo appalto». Emergono però alcune criticità. Stamane la Fesica-Confsal incontrerà le due cooperative aderenti al Cns, che gestiranno l’appalto della sorveglianza e dell’accoglienza. Per il pomeriggio ha indetto un’assemblea con i lavoratori. «Ci preoccupa la riduzione degli orari di apertura – così il segretario Filippo Caputo – ma anche il fatto che attualmente nel servizio sono impegnate circa 85 persone, con un fabbisogno indicato dall’appalto decisamente inferiore: ci auguriamo che nessuno perda il posto». Un altro punto è quello della qualifica. «Sul precedente appalto – spiega Caputo – per migliorare le condizioni economiche dei lavoratori, si era intervenuti con un accordo ibrido, senza un vero passaggio da un tipo di contratto all’altro. Si è andati a modificare l’aspetto economico, ma non la qualifica, e quindi con le nuove cooperative andrà gestita anche questa situazione».

Maurizio Petronio della Uil fa presente come «anche i dipendenti comunali oggi in forza al museo Revoltella manifestano preoccupazione visto che il Comune ha appaltato anche lì il servizio».

Cgil e Uil, nella recente seduta della Quinta commissione hanno riportato «i dubbi e le eccezioni del personale sull’impianto orario predisposto dal capitolato, che anticipa appunto alle 16 la chiusura. Un’organizzazione – concludono – che andrà monitorata». Andrea Blau della Cisl invece non ha «evidenza di un rischio occupazionale».

Le rassicurazioni

Su questo punto Rossi si sente di rassicurare i sindacati: «A tutti quei lavoratori – sottolinea – verrà garantito lo stesso monte ore che avevano in precedenza, perché alla fine c’è un fabbisogno più importante di personale. Questo appalto è il primo passo per migliorare il servizio». 

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