I misteri e i segreti della Gorizia sotterranea

Successo, nonostante il maltempo, dell’iniziativa del Centro Seppenhofer alla scoperta della “Grapa” vicino via Petrarca

GORIZIA. Alla scoperta della Gorizia sotterranea, misteriosa, ai più sconosciuta. In occasione delle manifestazioni per il “Dicembre goriziano” programmate dalla Pro Loco di Gorizia, ha avuto luogo, a cura del Centro ricerche carsiche “C.Seppenhofer” una visita alla galleria sotterranea che si trova su uno dei due controviali della centralissima via Petrarca.



Nonostante il consistente nubifragio di sabato mattina, la visita alla galleria sotterranea ha riscosso nei goriziani un vivo interesse. Mai si era pensato che, con le pessime previsioni meteorologiche annunciate e con la pioggia battente, ci fosse una partecipazione di pubblico così imponente. Un centinaio di persone munite di impermeabile e ombrello, già dalle prime ore del mattino, erano in attesa di scendere nel pozzetto da cui si accedeva alla galleria sotterranea.

Dunque, un successo che nessuno si aspettava anche se, per la verità, tramite Facebook, nei giorni precedenti, si erano registrate, per la visita, ben 1.480 persone. «Un numero davvero esagerato - commenta Maurizio Tavagnutti - che non si era mai visto per un avvenimento del genere. La pioggia che, purtroppo ha determinato non poche difficoltà, non ha fatto desistere i numerosi goriziani desiderosi di scoprire i segreti di “Gorizia sotterranea” che per questo hanno affrontato acqua e fango».



Per accedere alla galleria sotterranea bisognava scendere in un pozzetto di circa tre metri, superare un breve cunicolo e poi entrare in quella che è la galleria principale che scorre parallelamente a via Petrarca, partendo da corso Verdi fino a via Cadorna per poi scendere fino alla Valletta del Corno. Una galleria molto interessante ed antica che rappresenta l’ultimo tratto di una complessa rete di canali che anticamente servivano da raccoglitori delle acque reflue, provenienti dal colle del castello di Gorizia, per poi essere convogliate nel torrente Corno. Solo successivamente questi canali chiamati “grape”, nome derivato dal tedesco Graben che significa fosso, furono coperte determinando una serie di gallerie percorribili dall’uomo.

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In serata, gli speleologi goriziani sono stati nuovamente impegnati nella presentazione del nuovo volume monografico dedicato allo studio del fenomeno carsico di una zona delle nostre Prealpi Giulie. La presentazione del libro “Monteprato di Nimis” ha avuto luogo nella splendida sala del Palazzo De Grazia dove il Centro ricerche carsiche “C.Seppenhofer” ha potuto illustrare al pubblico il contenuto e il lavoro svolto per arrivare alla stesura di questo importante risultato che va ad aggiungersi ai libri già pubblicati come “La valle dello Judrio”, “Le gallerie cannoniere del monte Sabotino”, “Il territorio carsico di Taipana” e molti altri. 

 

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