I militanti del Tlt sabotano il dibattito della Lega Nord
“Prima il Nord?” No, prima il Tlt. La Lega Nord cede per una sera la sua festa al Movimento Trieste Libera. Lo slogan del Carroccio si ribalta sotto il tendone di piazzale Straulino. Il segretario Pierpaolo Roberti si accorge troppo tardi dell’autogol politico. Avrebbe dovuto dar retta all’autartico Nanni Moretti (“No! il dibattito no!”. Con Trieste Libera non si può discutere. Lo si capisce fin dall’inizio quanto alle 19 e qualche minuto arriva Roberto Giurastante e il tendone di riempie di colpo dei militanti pronti ad applaudirlo a ogni starnuto e a zittire gli avversari. Non serve neppure che parli. «Vai Robi». «Sono un ambientalista integralmente dedicato alla battaglia del Tlt» si presenta Giurastante. E giù applausi. «Bravo!» Una claque perfetta. Da manuale petroliniano.
Il padrone di casa, il giovane segretario Roberto, viene quasi ignorato dai presenti. «Quando e come sarà il Tlt?» chiede provocatoriamente. «Prima della Padania» gli urlano dal pubblico. Un monologo giuridico quello di Giurastante perfettamente a suo agio a parlare da solo. Un invasato. Un “posseduto” dal Trattato di pace del 1947. In prima fila Paolo G. Parovel lo osserva divertito.
Lo show va avanti come da copione. Pietro Faraguna, martire del Pd, («So di giocare due volte fuori casa»), tenta inutilmente di portare il discorso sul terreno giuridico con citazioni in inglese del dibattito Onu. Ma è complicato parlare di diritto internazionale sotto un tendone tra l’odore di frittura di pesce e orate ai ferri da 4.90 patatine incluse. «Noi ci troviamo sotto occupazione militare da parte della Repubblica italiana. La sovranità italiana è cessata il 15 settembre 1947 (l’anniversario sarà celebrato tra due settimane, ndr)» attacca il portavoce del Mtl, un movimento, come fa sapere, «nato nel novembre 2011, da 10 patrioti triestini». Trieste come Belfast che attende i caschi blu dell’Onu. Poca importa che le Nazioni Unite non riescano neppure a decidersi sulla Siria (citazione di Roberti). «La situazione siriana è nata da situazioni come questa» urlano dal pubblico. «Trieste rischia di trasformarsi in una Beirut» profetizza l’apocalittico Giurastante. Intanto, da 60 anni si attende l’arrivo del governatore dell’Onu. Come un Godot qualsiasi. «I triestini preferiscono essere governati dall’Onu piuttosto che dalla mafia» urla Giurastante beccando un’altra razione di applausi.
La Lega di Roberti tenta l’apertura ricordando che il Territorio Libero è la linea storica della Lega («Sarò il primo a festeggiare il Tlt con la bottiglia di spumante»). Paolo Rovis (Pdl), che voleva questo dibattito a livello di consiglio comunale, ricorda la battaglia autonomista della Lista per Trieste. Tutto inutile. Il dialogo è tra sordi. «Quella della Lista per Trieste è stata una truffa che ha svenduto la città all’Italia» chiude il discorso Giurastante facendo irritare non poco Rovis e provocando l’unico abbandono della sala, quello di Bruno Baldas, storico esponente del Melone. «Non accetto insulti».
Una serata che finisce male, addirittura peggio di come è cominciata. Persino la moderatrice, la giornalista Silvia Stern, è costretta al alzare bandiera bianca, accusata di far girare “pizzini” (in realtà solo un biglietto in cui gli veniva chiesto di stringere i tempi). Il confronto è finito, ma non è mai cominciato. Giurastante riesce persino a rubare la scena finale alzandosi prima del tempo, alle 20.20, come fosse in un talk show e abbandonando il tendone tra gli applausi e due ali di folla. Parovel, con le stampelle, fatica a stargli dietro. A Roberti non resta che scusarsi pubblicamente con Rovis e Faraguna per la figuraccia e a incassare la tessera gettata sul palco del consigliere provinciale Paolo Polidori. «Le motivazioni le darò nei prossimi giorni» spiega con ferito orgoglio padano mentre la folla grida “Tlt, Tlt, Tlt».
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