«I migranti? No Il problema del Paese sono i mafiosi»
TRIESTE «Il problema del nostro Paese non sono i migranti: il problema sono i mafiosi». L’ha affermato ieri don Luigi Ciotti durante la plenaria d’apertura del convegno nazionale di Libera, che si è aperto dunque con tanti riferimenti all’attualità.
Nell’aula magna dell’Università, gremita per l’occasione, fulcro dei lavori è stata la presentazione di “LiberaIdee”, il dossier di Libera sul fenomeno della criminalità organizzata in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige. Numerose le presenze illustri, tra cui quella del presidente della Commissione parlamentate antimafia Nicola Morra. La giornata si è aperta con i saluti delle autorità locali. Sono intervenuti il rettore Maurizio Fermeglia, il sindaco Roberto Dipiazza, il prefetto Annapaola Porzio, il procuratore generale Dario Grohmann e il procuratore capo Carlo Mastelloni. Il governatore Massimiliano Fedriga, impossibilitato a presenziare per questioni di salute, ha fatto pervenire un messaggio.
Francesca Rispoli, della presidenza di Libera, ha esposto i risultati del report sul Nordest. Ne è emerso un quadro in cui la criminalità organizzata, a livello locale, non agisce in maniera indifferenziata. Nelle Tre Venezie le sue attività principali sono infatti traffico di stupefacenti (58,9%), lavoro nero (31,3%) e riciclaggio (23,3%). Nel Fvg, nello specifico, spicca in particolare il riciclaggio. Nella nostra regione, solo nel 2017, sono state condotte 266 operazioni sospette di riciclaggio, con diretta attinenza alla criminalità organizzata: in Veneto, che pure è molto più esteso, se ne sono contate poche di più, e cioè 280. Sempre in Fvg nel 2017 si sono registrate 444 operazioni antidroga: un incremento del 35,4% rispetto all’anno precedente.
La percezione del fenomeno è tuttavia ridotta, rispetto alla sua reale entità. Tornando alla dimensione del Triveneto, quasi la metà degli intervistati (47,3%) pensa che la mafia a Nordest sia marginale. Solo il 17,5% ritiene invece che la presenza mafiosa locale sia preoccupante e socialmente pericolosa.
Una parte del report è dedicata al tessuto sociale: sono state messe in luce la ridotta tendenza all’associazionismo da parte degli abitanti del territorio e il loro rapporto con la politica. Quasi un intervistato su due non aderisce ad alcuna associazione. Chi lo fa è attivo soprattutto nei mondi dello sport (41,3%), del volontariato sociale (29,3%) e della cultura (21,6%).
La politica è concepita come una sfera “altra” rispetto al vissuto quotidiano dei singoli: solo il 6,9% degli intervistati è politicamente impegnato. La maggioranza (49,5%) si informa ma non partecipa. Il 25,7% è disinteressato o addirittura disgustato dalla politica.
Particolarmente applaudito è stato l’intervento di don Ciotti, fondatore e presidente di Libera. «L’opinione pubblica è ferma alle stragi di Capaci e via D’Amelio, ma nel frattempo le mafie sono profondamente cambiate – ha affermato –. Hanno progressivamente allargato il proprio raggio d’azione: oggi non c’è regione esente. Il loro potere si consolida laddove c’è una più accentuata vocazione imprenditoriale. Il problema del nostro Paese non sono i migranti: sono i mafiosi».
Non è stato l’unico riferimento all’attualità: «Hanno fatto della legalità un idolo, una bandiera che tutti sventolano – ha proseguito Ciotti –. Una parola che ci hanno rubato, svuotandola del suo significato. Hanno dimenticato che essa è il mezzo e non il fine: quest’ultimo è la giustizia». E ancora: «Le leggi devono tutelare i diritti, non il potere. Se la politica non tutela il bene comune tradisce la sua essenza».
Il pentastellato Morra, presidente della Commissione parlamentate antimafia, ha citato Borsellino e la Costituzione: «Parlatene, ragionatene, soprattutto con i ragazzi», ha detto: «Soprattutto loro hanno la responsabilità del futuro. Bisogna effettuare quello scatto in più, per dare pienamente atto al terzo articolo della Carta: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”».
Morra ha dunque centrato l’intervento sul fenomeno dell’elusione fiscale, sottolineando come il Nordest non ne sia esente.
Sono intervenuti inoltre Carlo Caselli, presidente onorario di Libera; il professor Gianni Belloni, dell’Università di Torino ed Enzo Cicconte, docente all’Università di Pavia. —
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