I mendicanti arrivano in città con la Bmw

È quasi l’una e mezza di pomeriggio quando una Bmw grigia parcheggia davanti l’ingresso posteriore del Silos, quello più nascosto. Targa bulgara, finestrini abbassati. Il motore si spegne, l’auto resta ferma. Intorno non c’è nessuno. Passano due, tre minuti. Dall’angolo spunta un uomo sulla quarantina.
Capelli neri, barba sfatta. È lo stesso che un’ora prima chiedeva l'elemosina al semaforo di piazza Dalmazia e di via Rittmeyer trascinando una gamba nuda menomata ben in vista. «Io povero, io malato, io cercare lavoro, io famiglia», diceva agli automobilisti in fila allungando un bicchiere con qualche spicciolo dentro. Con l’elemosina guadagna circa 10 euro al giorno, racconta.
Il suo turno è finito all’una. Ha bevuto un caffè in un bar di via Ghega e ha raggiunto il gruppo di connazionali accovacciati sul marciapiede della stazione delle corriere di piazza Libertà. Saranno una decina. Tutti accattoni. Stanno lì a parlottare, fumando una sigaretta e passandosi una bottiglia. Più in là altri quattro dormono sotto una siepe. Tra loro si riconosce un’altra faccia nota, quella di un bulgaro che ha trascorso buona parte della mattinata accucciato di fronte al panificio Jerian, in Cavana, con un cartello in mano: «Ho due bambini piccoli», c'era scritto.

Ecco pure la ragazza che fa la carità nel sottopassaggio della stazione. L’ingresso posteriore del Silos, da dove si alza puzza di spazzatura e urina, è il loro punto di ritrovo. E l'una e mezza è il momento del cambio turno. La Bmw grigia è ancora ferma là. Lo zoppo, quello dalla gamba menomata che faceva la spola tra piazza Dalmazia e via Rittmeyer, sale a bordo.
Decidiamo di seguirla, tenendoci a qualche metro di distanza. Ma non ci vorrà molto: percorrono le Rive fino alla fila di macchine di Passeggio Sant’Andrea.
Ad attenderli, dentro a un grande furgone rosso, un altro gruppetto. Saranno cinque o sei dentro l’abitacolo. Si chiudono dentro a lungo. Di tanto in tanto esce una donna. Prende borse e oggetti dall’altra auto. L’uomo della Bmw grigia deve essere il “capoccia”. È lui che porta i connazionali qua e là e va a prenderli. È il capo banda degli specialisti dell’accattonaggio che la giunta comunale tenta di combattere a colpi di multe.

Due le sanzioni comminate tra ieri e oggi dalla municipale, ora che è entrato in vigore il nuovo regolamento. Servirà? Perché di quelle multe forse i professionisti dell'elemosina faranno carta straccia. Il loro è un vero e proprio racket, con può contare su un’organizzazione e ha gente che si muove in Bmw e furgoni. Altro che poveracci.
Torniamo all’ingresso del Silos. Sul retro stavolta arriva una Golf nera. Lucida, elegante. Dopo qualche istante viene attorniata da quattro giovani. Jeans e scarpe sportive ai piedi. Sono sempre quelli del gruppetto di prima che stavano davanti alla stazione delle corriere. Alcuni, poco dopo, ricominciano il giro della città. La ragazza bulgara ha ripreso il suo posto nel sottopassaggio. Quello che stava davanti a Jerian, in Cavana, si è invece spostato in centro. Una vecchia, la stessa che dormiva sotto le siepi di piazza Libertà, si è messa in piazza Hortis. Lavorano in rete, ognuno ha la sua zona.
Ieri, in serata, il vicesindaco Pierpaolo Roberti ha postato su Facebook un commento sui primissi risultati della lotta ai mendicanti.
Sarà una battaglia in salita, è chiaro. Il regolamento dà pieno mandato agli agenti di colpire: da domenica a Trieste è vietato «l'accattonaggio molesto». I mendicanti non possono domandare la carità agli incroci stradali, nei parcheggi, «nelle aree prospicienti gli edifici monumentali e di valore architettonico», si legge nel documento. Così come davanti la stazione ferroviaria, scuole, ospedali, case di cura e strutture sanitarie, cimiteri, lungomare e nei pressi della aree in cui si trovano attività commerciali, dunque negozi. O anche ostentando «menomazioni fisiche». Le sanzioni possono raggiungere i 150 euro.
Due i finti poveri pizzicati tra domenica e lunedì, oltre ai due parcheggiatori abusivi. Ma ieri mattina, tirando le somme, in città operava almeno una quindicina tra rumeni e bulgari. Altrettanti bivaccavano tra piazza Libertà e la stazione delle corriere, con le loro Bmw e Golf parcheggiate. Pronti per il cambio turno.
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