I locali di Trieste protestano per le maxi bollette dell'acqua, conti fino a 10 mila euro
TRIESTE «Apro la posta e mi vedo recapitare una bolletta da 7.300 euro di acqua per la società che amministro. Prendo il mio monopattino elettrico e vado dal nostro gestore cittadino dell’acqua: “scusate”, dico, “avete sbagliato la bolletta?”. “Nessun errore signore”, mi rispondono, “l’Autorità nazionale di regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) ha adeguato le nuove tariffe in maniera retroattiva di 18 mesi”». È l’amara scoperta fatta appena qualche giorno fa da Alexandros Delithanassis, gestore del Caffè San Marco, uno dei tanti esercenti triestini che ultimamente hanno riscontrato un aumento esorbitante dei costi per il consumo dell’acqua. I conguagli superano anche i 10 mila euro.
Nel caso del Caffè San Marco la cifra corrisponde al triplo di quella che viene saldata abitualmente. Purtroppo per il titolare, però, non c’è alcun errore, perché a partire dal 1° gennaio 2018 le tariffe dell’acqua sono cambiate attraverso una specifica normativa. Il motivo? Razionalizzare le categorie di utilizzo del servizio idrico, rendendole al tempo stesso uniformi su tutto il territorio nazionale. La novità riguarda gli ambiti domestico, industriale, commerciale, artigianale, agricolo e zootecnico. Nessuna categoria è stata esclusa dal cambiamento deciso da Arera, appunto, un organismo indipendente con il compito di vigilare sulle bollette. È costituito da un presidente e quattro membri nominati con decreto del Presidente della Repubblica, in seguito al parere vincolante delle Commissioni parlamentari competenti sui nomi proposti dal ministro dello Sviluppo economico d’intesa con il ministro dell’Ambiente e approvati dal Consiglio dei ministri.
Ma perché solo in questo periodo ci si è accorti che i costi sono lievitati? Per quanto riguarda il territorio giuliano la risposta la dà AcegasApsAmga (vedi articolo in basso), che ha semplicemente applicato il nuovo provvedimento imposto da Arera. La multiutility del Nordest ha ricevuto la comunicazione delle nuove tariffe lo scorso febbraio. Da quel momento, quindi un anno e un mese dopo la decisione dell’Autorità di modificarle, AcegasApsAmga ha speso del tempo per applicare il nuovo modello, collaudarlo e controllare che ciascun consumatore corrispondesse alla corretta categoria. Ecco dunque che è possibile per alcuni utenti che gli esiti di questa rivoluzione risultino visibili in bolletta solamente adesso. La chiamano rivoluzione in molti perché i parametri di consumo sono stati stravolti. Se, infatti, un tempo la tariffa da applicare a ogni metro cubo d’acqua non aumentava dopo un certo quantitativo, ora, in base alla categoria di appartenenza, questa tariffa è stabile solo per un certo consumo, dopodiché aumenta. Prendendo ad esempio l’area artigianale e commerciale, si scopre che fino a 150 metri cubi il costo equivale a 1,2 euro, ma che superata la soglia diventa di 3 euro. E le bollette di quest’anno contengono anche i conguagli per i mesi del 2018, visto che, come accennato, Arera ha cambiato la normativa all’inizio dell’anno scorso. «Ma come facciamo a contenere i consumi in un caffè-ristorante?», si chiede Delithanassis. Il nuovo metodo tariffario ha fatto insorgere le associazioni dei consumatori e in primis chi è stato direttamente coinvolto. «Noi 150 metri cubi li finiamo in 20 giorni – riflette il gestore del San Marco –. Il fatto poi che il calcolo avvenga retroattivamente, senza alcun avviso, è allucinante».
Questa è solo una delle tante voci di Trieste contro il nuovo sistema di calcolo dei consumi. Luca Morgan della Chimera di Bacco, anche lui con 7 mila euro sul groppone, è pronto a scendere in piazza. «Il conto è giunto in questo momento in cui non c’è una grande stagione estiva né dal punto di vista climatico né da quello turistico – afferma –. Se ci chiudono i rubinetti però noi chiudiamo. Lo sciopero? Se qualcuno lo propone, sono il primo a protestare. Però il mio avvocato mi ha già detto che non si può fare nulla. Che forza abbiamo noi?». Anche la pizzeria Barattolo è stata “colpita”: «Le ultime due fatture che ci sono arrivate sono da 3 mila e 2 mila euro contro i normali 500». Il bar Politeama ha scoperto di dover pagare 3 mila euro anziché i soliti 500 ogni due mesi. «Ho chiesto una dilazione e mi è stata concessa», spiega la proprietaria Maria Cristina Tomini. Proprio la rateizzazione delle maxi bollette è stata l’argomento di un incontro tra Bruno Vesnaver, presidente della Fipe Trieste, e AcegasApsAmga: «Il problema però rimane e l’unica soluzione è pagare. Lo sbaglio è stato quello di non avvisarci in anticipo». —
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