I leghisti snobbano l'Inno di Mamelialla cerimonia della Brigata alpina Julia
I leghisti Pietro Fontanini, presidente della Provincia di Udine, e Federica Seganti (foto), assessore regionale, non digeriscono l'Inno di Mameli. Lo fanno capire alla cerimonia di avvicendamento del comandante della Brigata alpina Julia, a Udine. Fontanini: «Io quelle parole non le condivido». Meno perentoria la Seganti: «Non canto perché sono stonata»
Tutti cantano, la Seganti tace
UDINE.
Mano sul petto e bocca aperta, a cantare l'Inno di Mameli. Tutte le autorità, tranne due. Pietro Fontanini, presidente della Provincia di Udine, e Federica Seganti, assessore regionale. Loro, padani, quell'inno non lo digeriscono. E non lo cantano. Nemmeno a Udine, alla cerimonia di avvicendamento del comandante della Brigata alpina Julia.
Fontanini e Seganti? Bocche cucite. Fontanini: "Io, le parole di quell'inno, non le condivido". La Seganti scherza un po': "Non l'ho cantato perché sono stonata". Il presidente della Provincia di Udine entra nel dettaglio del testo: "Le espressioni "schiavo di Roma" e "pronto alla morte" non mi piacciano per nulla. La vita è sacra, che c'entra essere pronti alla morte? Sia chiaro che non la userei nemmeno per la Padania". Un inno alternativo? "Non è un argomento così fondamentale. Ma il "Va' pensiero" è senz' altro un motivo musicalmente più vario e apprezzabile".
Meno "politiche" le spiegazioni della Seganti. "Non so cantare - racconta l'assessore triestino del Carroccio - e ho rovinato perfino il matrimonio della mia amica Carmen. La mia amica più cara". E gli altri che cantavano? Angelo Compagnon, Flavio Pertoldi, Furio Honsell tra gli altri. "Non so che cosa facevano gli altri - ribatte ancora la Seganti -. Non mi metto a guardare chi canta e chi no".
Nell'agosto dell'anno scorso fu Umberto Bossi, a Ponte di Legno in provincia di Brescia, a ripresentare la questione dell'Inno nazionale contro cui aveva già in precedenza puntato il dito. Durante la festa della Lega, il Senatur disse: "Quando cantiamo il nostro inno, ”Va' pensiero”, tutti lo cantano perché si conoscono le parole, non succede come con l'inno italiano che invece nessuno conosce". Una posizione che la Lega del Friuli Venezia Giulia ha fatto propria. Senza avere alcun problema ad ammetterlo.
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