I lavoratori Eaton chiedono il piano B
MONFALCONE La rabbia s’è incendiata tra i lavoratori di Eaton, chiamati ieri in assemblea dai sindacati, tre assemblee convocate su ogni turno. I tempi sono decisamente risicati, tutto evidentemente ora si complica, dopo che l’azienda, al tavolo del Mise l’altro pomeriggio non ha lasciato alcun margine alle istituzioni e alle parti sociali. Ieri, il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, ha espresso parole all’insegna della fermezza: «In questo momento - ha affermato - soprattutto nei confronti delle famiglie, serve molta serietà, quella che non hanno avuto i vertici di Eaton. Resta la gravità di un comportamento inaccettabile, che manca di rispetto anche alle istituzioni. Come Regione - ha aggiunto - non faremo nessun passo indietro nell’interesse soprattutto delle famiglie».
Ora non è solo mantenere comunque il pressing nei confronti dell’azienda, nell’ambito dei 75 giorni di legge previsti. È la strada della ricollocazione che deve farsi largo. I lavoratori chiedono con forza di chiudere questa drammatica vicenda in modo solerte ed efficace. Il segretario generale della Cgil di Gorizia, Thomas Casotto, ha rilanciato: «Chiederemo un percorso istituzionale al fine di trovare un accordo che fornisca risposte certe di ricollocamento territoriale. Resta evidente che interesseremo tutti gli enti e i livelli istituzionali. Non siamo schizzinosi, vogliamo il lavoro purché dignitoso e contrattualizzato».
I lavoratori hanno espresso l’esigenza di valutare il piano B, «visto che l’azienda ha preso tutti a schiaffi in faccia». Lunedì sindacati e lavoratori saranno in Comune. Porteranno anche i curricola al sindaco Anna Maria Cisint, alla quale hanno richiesto due incontri, alle 10.30 e alle 17, secondo le turnazioni in fabbrica. «Vogliamo verificare se quei posti di lavoro per i locali siano effettivi – ha argomentato il segretario della Fiom Cgil, Livio Menon –. In cosa consiste e cosa rimane di quanto il Comune e Fincantieri avevano concordato circa la corsia preferenziale delle assunzioni». Menon ha aggiunto: «Intendiamo chiedere inoltre un appoggio per un ulteriore passaggio in Regione circa l’apertura dello sportello dell’Agenzia regionale del lavoro nello stabilimento navale, per il quale la presidente Serracchiani aveva chiesto di dare priorità ai curricola dei lavoratori di Eaton.
Faremo tutti i passaggi istituzionali. Chiediamo risposte concrete». Casotto ha definito ha definito Fincantieri «l’ipotesi più diretta e significativa ai fini della ricollocazione, ma sarebbe altrettanto importante il coinvolgimento di un pool di aziende. Siamo aperti a tutte le proposte, purché vi sia un percorso istituzionale che porti al risultato. Mi rendo conto che è complicato – ha concluso –, ma la politica deve intervenire rapidamente».
Luca Sterle, della Rsu dello stabilimento Eaton, ha osservato: «Al Mise è stato un muro contro muro pesante. Con fortissima irritazione, il vicepresidente della Regione, Bolzonello, la viceministro Bellanova, il sindaco Cisint, hanno usato parole molto dure con Eaton, ricordando che esiste un’etica. Eaton ci ha sempre insegnato il concetto di etica, ma per lei è soggettiva, funzionale al proprio interesse. Sia chiaro: i lavoratori e la Rsu restano in fabbrica, nessun macchinario dovrà uscire», ha concluso. Cisint, in attesa di ricevere lunedì i lavoratori, ha spiegato: «Allora avevamo inviato i curricola pervenuti in Comune all’Agenzia regionale del lavoro, che aveva istruito i bandi. A dicembre avevo chiesto conto della situazione alla Regione, ma non era pervenuta alcuna risposta. Ora va avviata un’altra partita. Lunedì prenderò i curricola che consegneranno i lavoratori di Eaton e assieme ad una loro delegazione li recapiterò brevi-manu. Anche allo sportello del lavoro appena inaugurato dalla Regione in Fincantieri, che tuttavia mi risulta non sia ancora aperto. Resta il fatto - ha concluso - che il Comune mantiene il supporto ai lavoratori, i sindaci non hanno competenza, ma rappresentano la comunità. Con Regione e Governo va avviato il tavolo per definire i fabbisogni occupazionali e ragionare sullo sviluppo economico dell’intero territorio».
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