I guardiacaccia ora danno le multe agli automobilisti

La legge leghista sulla sicurezza li trasforma in vigili urbani. Gli ambientalisti insorgono: «I bracconieri festeggiano»

Lasorte Trieste 04/09/09 - Caccia al Cinghiale
Lasorte Trieste 04/09/09 - Caccia al Cinghiale

 UDINE. Dovrebbero tutelare la fauna, vigilare sul contrabbando di animali selvatici e stanare i bracconieri. E invece, con tanto di autovelox in Provincia di Udine, sono ridotti a "ingabbiare" automobilisti indisciplinati. Vengono pure dotati di tonfa, una sorta di manganello sfollagente. Guardiacaccia come vigili urbani, anzi «sceriffi privati a difesa delle amministrazioni provinciali» denunciano le associazioni ambientaliste della regione. Il motivo? Le norme contenute nella legge 9 del 2009, quella sulla sicurezza targata Lega Nord. Sono in circa 60 i Guardiacaccia in Fvg. Tutti alle dipendenze delle Province. E, solo sulla carta ormai, con incarichi di vigilanza venatoria. Polizia provinciale, si legge nell'articolato della 9. Un modo, anche nella definizione, per assimilarli alla polizia urbana, denunciano gli ambientalisti. Preoccupati del fatto che, nel frattempo, «i bracconieri festeggiano». Wwf, Legambiente, Lipu e Lac intervengono alla vigilia dell'assemblea dei Comuni e delle Province di Anci e Upi che proprio oggi si riuniscono per fare un primo bilancio della legge sulla sicurezza.

«Auspichiamo - scrivono le associazioni - che il presidente dell'associazione delle Province colga l'occasione per sollevare le contraddizioni e i gravissimi danni all'ambiente che la norma sta provocando». Una legge bollata come «delirante» che «ha parificato funzioni e criteri di assunzione dei Guardiacaccia provinciali a quelli dei vigili urbani dei comuni». Nel mirino degli ambientalisti ci sono in particolare le province di Udine e Pordenone «che hanno subito colto la palla al balzo, mettendo un autovelox in mano a persone che per anni si sono formate in materia faunistica e ambientale e lasciando così libero il campo a bracconieri e cacciatori scorretti». Quello che accade la domenica «è esemplare», dice il presidente del Wwf Roberto Pizzutti. Nella giornata canonica per la caccia, «quasi nessuna Provincia organizza più servizi».

Tutto questo perché gli orari dei turni degli agenti che dovrebbero vigilare anche sul bracconaggio «sono stati conformati a quelli di apertura degli uffici». E ancora, fanno sapere le associazioni, a ulteriore riprova della volontà di «urbanizzazione» delle strutture di vigilanza provinciale, la legge 9 «dimensiona gli organici delle strutture sulla base del numero di abitanti, anziché sul parametro della superficie agro-silvo-pastorale di competenza, stabilendo che "le Province disciplinano l'organizzazione e il funzionamento del Corpo di polizia locale assicurando una unità operativa ogni 20mila residenti”. E ci sono pure i regolamenti in corso di approvazione che, alle voci "strumenti di autotutela" e "accesso ai ruoli", confermano e anzi rafforzano la volontà di procedere alla cancellazione di ogni specificità della vigilanza faunistica e venatoria». Un esempio: per diventare comandante o funzionario ai Guardiacaccia, proprio come ai vigili urbani, viene chiesta la laurea in giurisprudenza. E così, «un funzionario incaricato di controllare che non vengano abbattute specie protette potrebbe essere assunto senza verificare che sappia distinguere una coturnice da una gallina». Gli ambientalisti chiedono infine alla Regione di ripescare i contenuti della legge 6 del 2008, quella sulla caccia, «rimasta lettera morta», che prevedeva la formazione di un corpo unico tra Corpo forestale regionale e Guardiacaccia delle Province, «creato anche per razionalizzare e ottimizzare costi e risorse impegnati nei controlli in campo ambientale».

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