I germani reali sfrattano i climber da Duino

Avvistati sulle falesie numerosi uccelli rari pronti a nidificare. La giunta fa dietrofront e vieta l’accesso agli arrampicatori
Di Ugo Salvini

DUINO AURISINA. Le falesie di Duino tornano “off limits” per gli arrampicatori. A “sfrattarli” i circa quaranta esemplari di uccelli rari - una ventina di anatre marine e almeno otto coppie di germani reali, pronti con ogni probabibilità a nidificare - avvistati nell’area dal personale della Guardia forestale. Avvistamenti che hanno spinto il Comune di Duino ad annullare la recente disposizione con la quale si permetteva agli appassionati di arrampicata sportiva di uscire dai sentieri della Riserva per praticare la specialità. Una decisione, quella presa dal sindaco Vladimir Kukanja, in qualità di responsabile dell’organo gestore della Riserva - vale a dire il Comune stesso -, che rimette le cose a posto, dopo le ultime polemiche.

Un dietro front che però più di qualcuno ha giudicato clamoroso e che ha fatto seguito a un mese caratterizzato da un ripetuto botta e risposta fra gli attori interessati alla vicenda. L’autorizzazione agli arrampicatori, firmata da Kukanja lo scorso 18 febbraio, aveva provocato le dimissioni del presidente della terza commissione, quella che ha competenza per l’ambiente, il consigliere del Gruppo misto, Maurizio Rozza. «Si tratta di una scelta di coerenza - aveva spiegato quest’ultimo nella lettera con la quale aveva annunciato la sua decisione di abbandonare la carica e che ha ribadito ieri, nel corso della seduta del consiglio comunale - perché, dopo un lungo e proficuo periodo di lavoro in Commissione, con quel provvedimento ho visto qualcosa rompersi nel funzionamento del gruppo. Ho sempre pensato – ha aggiunto Rozza – che l'acquisto del sentiero Rilke da parte del Comune fosse la soluzione migliore possibile. Invece mi sono trovato davanti a una decisione, quella che fino a pochi giorni fa permetteva le arrampicate, che giudico incoerente con la filosofia che dovrebbe animare chi deve gestire la Riserva. A mio avviso le scelte possibili erano due. O si ridiscuteva il Piano approvato, cosa possibile, oppure ci si deve discostare, come ho fatto io. In passato – ha ricordato Rozza – ho dovuto subire aspre e pesanti critiche, in qualità di presidente della Commissione, a causa del Regolamento delle Falesie, spiegando per esempio che non si può più andare a nuoto e in canoa sotto le rocce. Adesso non posso più mettere in gioco la mia faccia, vista la situazione che si è creata. La mia scelta di dare le dimissioni è priva di polemiche, ma la coerenza é fondamentale. Si sono prese posizioni che non posso difendere. Spero che ci sia modo per correggere ciò che è stato deciso – ha concluso – ma le mie dimissioni sono atto per me necessario».

Sull’altro fronte, il sindaco Kukanja ha sempre difeso la sua decisione, proprio evidenziando il carattere di “temporaneità” dell’autorizzazione. «Ho sostenuto fin dall’inizio – ha ripetuto anche ieri il sindaco – che non appena si fosse manifestata la presenza di specie avifaunistiche, avrei revocato il provvedimento, cosa che puntualmente ho fatto. Fra l’altro l’uscita dai sentieri – ha continuato Kukanja – è sempre stata limitata a un’area descritta con precisione nell’allegato cartografico della disposizione».

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