I fondali di Muggia restituiscono un’auto con il corpo di un uomo sparito due anni fa
Pensavano alle riprese di un film, come ormai un’abitudine anche da queste parti. Ma i muggesani si sono presto resi conto che non si trattava affatto di una messinscena. Le auto di polizia e carabinieri, le vedette della Guardia costiera e i camion dei vigili del fuoco, con tanto di gru, erano lì per portare in superficie una macchina trovata sott’acqua nei pressi del porticciolo. E dentro c’era un cadavere.
Il corpo corrisponde all’identità di Antonino Salvatore Sgroi, ottantunenne di Muggia, originario di Catania, scomparso il 5 gennaio del 2017. Una persona piuttosto conosciuta in zona, soprattutto da chi frequentava il mercato locale, dove l’anziano un tempo vendeva indumenti.
L’ottantunenne era ammalato. Le circostanze con cui si era improvvisamente allontanato dalla propria abitazione e con cui è morto accreditano l’ipotesi del suicidio. In effetti Sgroi se n’era andato da casa senza portarsi il portafogli, i soldi, il cellulare e nemmeno le medicine di cui aveva bisogno.
Si era messo al volante della sua vettura, una Clio rossa, per poi sparire di colpo senza dire nulla. Le ricerche dell’uomo, dopo la denuncia della figlia, si erano estese pure in Slovenia.
L’automobile è stata rinvenuta venerdì pomeriggio. In un modo piuttosto casuale, a quanto si è saputo: durante le operazioni di sperimentazione, lungo la fascia costiera, di un nuovo strumento tecnologico (un ecoscandaglio) capace di rilevare la profondità del mare, la presenza di ostacoli o di branchi di pesci.
«Erano circa le 14.30 - racconta un residente che stava passando nei dintorni - e a un certo punto abbiamo visto nel porticciolo due barche della Capitaneria e dei vigili del fuoco. Ci siamo informati: ci è stato detto che sul fondale, tra i due moli, a circa una cinquantina di metri dal porticciolo, era stata riscontrata la presenza di una massa ferrosa, corrispondente alla sagoma di un’auto. I sub sono andati a controllare».
Dalle verifiche è stato subito chiaro che dentro alla vettura c’era un corpo, privo di vita. Dai successivi accertamenti sul modello del mezzo e sul numero di targa è emerso che la vettura era proprio quella che le forze dell’ordine cercavano da quasi due anni: una Clio rossa. Quel cadavere aveva dunque già un nome e cognome.
I soccorritori hanno atteso ieri, però, per organizzare il recupero. Un lavoro non semplicissimo, affidato al Reparto subacqueo dei vigili del fuoco. Per ripescare la Clio dal fondale, su cui era adagiata (a quanto è dato sapere su un lato), è stato necessario utilizzare una gru. Una trentina gli operatori impegnati ieri, se si conta anche la presenza della polizia (compresa la Scientifica) e dei carabinieri. L’auto è stata issata e appoggiata al suolo, sul molo, attorno a mezzogiorno. Il mezzo si presentava ancora praticamente integro, compresa la carrozzeria: anche la vernice rossa ha resistito.
L’arrivo sul posto del medico legale, il dottor Fulvio Costantinides, ha confermato le ipotesi iniziali: nella Renault c’era effettivamente una persona. I vigili del fuoco hanno quindi aperto la portiera, ma per estrarre il cadavere dell’anziano è stato deciso di sezionare la parte superiore dell’abitacolo tagliando il tetto. La salma è stata poi stesa per terra, così da consentire al medico di compiere i rilievi del caso. Antonino Salvatore Sgroi aveva ancora gli abiti addosso.
La procedura è stata interamente seguita da decine di muggesani. «Sì, ci ricordiamo di lui - commenta una signora di mezza età -, lo vedevamo al mercato, anni fa aveva una bancarella in cui vendeva vestiti. Era conosciutissimo a Muggia. Poi è sparito e di lui non si è saputo più nulla». —
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