I Filtri, sole e mare “come mamma ci ha fatti”

È una delle prime oasi naturistiche d’Italia, riservata come luogo, ma molto conosciuta e frequentata da tanti triestini
L'area natutista dei Filtri
L'area natutista dei Filtri

TRIESTE. Nudi alla meta, che, in questo caso, è la magnifica riviera triestina, nel tratto che va dai Filtri di Aurisina alla Costa dei Barbari. Con qualche eccezione lungo il percorso, dove sorgono stabilimenti tradizionali, nel senso che li frequentano bagnanti che indossano il costume. Ma per il resto, gran parte della splendida roccia a mare, in gran parte incontaminata, che caratterizza la costiera triestina dal tratto sottostante la galleria naturale fino ad arrivare quasi alla baia di Sistiana, è frequentata, oramai da circa 40 anni, nel corso dell’estate, da una numerosa comunità di naturisti. Del resto Trieste, città cosmopolita, capace di assorbire importanti tracce di culture diverse, è il luogo ideale per favorire lo sviluppo di un modo di vedere le cose che prevede un profondo rispetto della natura, da vivere stando nudi in mezzo al verde, in riva al mare, assaporando il sole, il fresco delle acque del golfo, rese particolarmente invitanti, nei mesi più caldi, dalla presenza delle sorgenti di acqua dolce e fredda, che salgono in superficie, partendo da chissà quali cavità carsiche.

Sembra quasi impossibile pensare che, a pochi chilometri dal centro di Trieste, possa esistere un’oasi di questo tipo; eppure fin dalla fine degli anni ’70 questo fenomeno esiste, è cresciuto, inglobando via via nel tempo un numero sempre crescente di appassionati. Per quanto le regole da rispettare, frutto di una spontanea adesione a una sorta di statuto non scritto, siano piuttosto severe: sono bandite le radio, gli schiamazzi, le attività che possono disturbare chi vuole semplicemente godere della bellezza del posto. Anche arrivare nelle varie spiagge che costellano quel tratto di costiera è impresa complessa: non esistono sentieri se non appena accennati fra le pietre, da percorrere sotto il sole battente. Molti scelgono di scendere dalla costiera lungo tracciati in forte pendenza che al tramonto, al momento di tornare a casa, diventano erte da risalire, appesantiti dagli zaini ricolmi di tutto ciò che è servito, nel corso della giornata, per trascorrere con un minimo di confort alcune ore in un luogo che non offre altro, oltre alla straordinaria bellezza del luogo, che l’ombra di qualche cespuglio.

Ma il naturismo è “un modo di vivere in armonia con la natura, caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, allo scopo di favorire il rispetto di se stessi, degli altri e dell'ambiente”. La fatica perciò fa parte dello spirito naturista e non può stupire che in città esista anche un’associazione naturista, la Liburnia, costituita con atto notarile nel lontano settembre del 1968, per iniziativa di 4 pionieri, Fabio e Sergio Gregorat, Romano Mantani e Dario Vidmar, pronti a cogliere, già all’epoca, i primi germogli di quello che oggi è un autentico fenomeno.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo