I fenicotteri rosa sbarcano alla Cona

Alcuni esemplari hanno preso casa nella Riserva dell’Isola. La soddisfazione dei vertici della struttura

GRADO. Fiocchi rosa alla Cona. È proprio il caso di dirlo. Infatti un gruppo di fenicotteri rosa, per il momento esiguo, ma che si spera possa essere l’avanguardia di un arrivo più massiccio, è approdato nella Riserva della foce dell’Isonzo. Stormi anche consistenti erano stati avvistati in volo nell’area protetta e alcuni esemplari sono finalmente “ammarati”, proprio il giorno della Vigilia di Natale, nell’ambito dei grandi “ripristini ambientali”, ben visibili dal grande osservatorio della Marinetta.

Si trattava di sei esemplari: tre adulti dal piumaggio rosa-salmone (con ali rosse e nere) e tre immaturi, riconoscibili, questi ultimi, per i colori meno vivaci del piumaggio, tendente al grigio. Successivamente alcuni esemplari sono stati ripetutamente osservati, tanto nella vasta area delle “velme”, le grandi distese fangose soggette a marea, che negli stagni d’acqua appena salmastra prospicienti i principali punti di osservazione e anche più a est, nel piccolo bacino della cassa di colmata adiacente la foce del Timavo.

Si tratta di un fenomeno di notevole rilevanza, sottolinea Fabio Perco, direttore scientifico della Stazione biologica dll’isola della Cona (Sbic), che va tuttavia inquadrato in una tendenza generale. Il Phoenicopterus (ruber) roseus era già comparso più volte, in forma allora del tutto sporadica, nell’ambito della vasta Riserva naturale della foce dell’Isonzo. Per l’esattezza la Stazione biologica ha registrato le prime osservazioni a partire dal giugno 2001 e un singolo soggetto sostò, per due giorni solamente, nel dicembre del 2004. «Il fenomeno attuale, invece, - spiega Perco - rappresenta probabilmente la “punta dell’iceberg” ed è facile prevedere che, salvo incidenti, la popolazione di questi uccelli possa consolidarsi progressivamente nel prossimo futuro, quantomeno nell’ambito vasto delle aree costiere regionali e, in particolare, della laguna di Grado». Negli anni Settanta, infatti, il fenicottero (o fenicottero rosa) era da considerarsi raro nell’Italia peninsulare e diffuso solamente in alcuni stagni della Sardegna, dove peraltro ancora non nidificava. Era presente, invece, con alcune colonie riproduttive, nella Camargue alle foci del Rodano, in Francia. A partire dal 1993 le prime coppie hanno poi iniziato a riprodursi presso Cagliari per poi colonizzare alcuni siti particolarmente idonei come il litorale tirrenico nel 1994. A partire dal 2000-2001 il “gran balzo” verso settentrione per popolare, con migliaia di soggetti, l’area lagunare di Comacchio. Negli anni successivi è stata quindi rapida l’espansione della “marea rosa” verso il delta padano, la laguna sud di Venezia per approdare infine, negli ultimi anni, alla laguna nord. Lo scorso anno, infine, una popolazione di questi uccelli di forse 5-6mila esemplari, si è insediata in aree non lontane dalla zona di Jesolo-Cavallino, valutata in forse 2mila coppie nidificanti, che hanno allevato e portato all’involo centinaia di giovani. Infine la comparsa, la scorsa estate, di circa 500 esemplari osservati con sempre maggiore regolarità nella laguna di Grado, improvvisamente saliti a oltre 2mila verso settembre.

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