I falò a Umago accenderanno la notte di San Giovanni

TRIESTE. Torna la festa di San Giovanni. Non ci saranno i fuochi accesi sulle alture e sui crocicchi ma solo quelli artificiali. Logicamente, accompagnati dalla sagra con balli e cantici. La località...
Bonaventura Monfalcone-06.01.2012 Seima-Staranzano-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-06.01.2012 Seima-Staranzano-foto di Katia Bonaventura

TRIESTE. Torna la festa di San Giovanni. Non ci saranno i fuochi accesi sulle alture e sui crocicchi ma solo quelli artificiali. Logicamente, accompagnati dalla sagra con balli e cantici. La località vicina a Umago festeggia ogni anno la data tanto cara al mondo agreste che è sparito con il secondo conflitto mondiale e le rivoluzioni sociali seguite ai disastri militari. Un tempo i fuochi venivano accesi per tenere lontane le streghe – e tutto quello che di demoniaco si accompagnava – che influenzavano negativamente la crescita delle messi e il destino felice dei viventi. Per il giorno di san Giovanni le ragazze da marito si interrogavano sul destino matrimoniale a Montona, a Dignano e altri luoghi con un catino pieno d’acqua a fianco e il riflesso del fuoco a illuminare il viso. Pratica magica come molti dei riti antichi che poi sono stati santificati dalle religioni rivelate. E i curati del secolo scorso in Istria andavano a benedire i fuochi accompagnati dal detto “la note de san Zuan destina sposalizi, gran e pan”. I rituali del fuoco corrono giù per la Dalmazia, i Kersniki (cavalcanti) che sarebbero poi i Nati con la camicia, sono gli officianti più o meno ufficiali dei fuochi e devono insegnare ai discepoli-ragazzini la loro scienza e sovrintendono al buon andamento dei rituali che cambiano da luogo a luogo. Ma sempre i cavalcanti sono impegnati contro le streghe. D’altronde, nelle campagne delle regioni italiane, i fuochi di san Giovanni sono ricordati ovunque. Bisognava poi stare attenti anche ai Masarioi, i Mamulic croati e i Klobotnik delle regioni austriache. Sono spiritelli dispettosi, quelli che nascondono oggetti in casa proprio quando sono indispensabili, che bloccano il funzionamento degli attrezzi, che sviano dalla strada della stalla le vacche che tornano dall’abbeverata. Contro tutti i disguidi operati da streghe e Masarioi il fuoco nella notte di san Giovanni poneva rimedi. Il 24 giugno nel villaggio di San Giovanni si ricorda tutto questo.

Bruno Lubis

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