I dubbi sugli ospiti della Fonte a Prosecco in una lettera del 2016

Nella sua testimonianza l’ex direttrice della onlus spiega:  «Cassago voleva farmi firmare una falsa dichiarazione»
Lasorte Trieste 26/02/18 - Campo Sacro, Prosecco, Comunità Famiglia La Fonte
Lasorte Trieste 26/02/18 - Campo Sacro, Prosecco, Comunità Famiglia La Fonte

TRIESTE «A novembre 2016, in seguito a una raccomandata della Regione, assessorato al Turismo, che chiedeva con quale tipologia di utenti fosse impegnata la casa per ferie, (Ferdinando Cassago, ndr) volle scrivere che la struttura era utilizzata in estate come casa per ferie e d’inverno per accogliere i minori». Da questa testimonianza dell’ex direttrice della onlus La Fonte di Prosecco, Noemi Troja, spuntano nuovi particolari sul caso che sei giorni fa ha portato ai domiciliari il presidente della struttura Ferdinando Cassago per molestie e maltrattamenti nei confronti dei minori stranieri non accompagnati, che sono stati ospitati dalla struttura nata principalmente per accogliere persone disabili.

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Lasorte Trieste 26/02/18 - Campo Sacro, Prosecco, Comunità Famiglia La Fonte


Dalle affermazioni di Troja emergerebbe come, in seguito alla lettera da parte della Regione, la donna si fosse sottratta alla costrizione impostale da Cassago di «firmare una falsa dichiarazione». Ma che cosa c’era dietro quella domanda della Regione e perché mentire alla stessa istituzione? Bisogna fare un passo indietro e citare due date. La struttura La Fonte tra il 2009 e il 2010, due anni dopo l’entrata di Cassago a capo della onlus, inaugura un nuovo edificio finanziato, come raccontano le cronache dell’epoca, dalla Regione. Nel 2012 viene realizzata una nuova ala di questa palazzina, che diventa casa albergo per disabili. Un luogo, si legge sulla pagina web di Trieste Abile, «in grado di accogliere turisti con diversi tipi di disabilità e anche normoabili».

Ventisette sono le stanze per accogliere gli ospiti. Nel 2015 però viene cambiato l’utilizzo di quella parte di caseggiato, che diventa infatti centro accoglienza per minori stranieri non accompagnati. Tanto che la medesima ala riceve dal Comune l’autorizzazione a ospitare i ragazzi.

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Ad affermare che quelle 27 camere sono state poi convertite in una casa per minori è lo stesso attuale direttore Marco Granziero. La destinazione d’uso quindi avrebbe dovuto cambiare fin da subito: da struttura alberghiera a casa di accoglienza.

Si usa il condizionale perché sorge spontanea una domanda: perché allora sul finire del 2016 la Regione Fvg chiede alla Fonte «con quale tipologia di utenti fosse impegnata la casa per ferie», se non era più una casa per ferie? Non avevano ricevuto la notizia della riconversione? O forse era un semplice controllo? E perché Cassago voleva obbligare Troja a dire che la struttura era d’estate una casa per ferie e d’inverno per i minorenni? Era una questione di risorse? Finanziamenti dalla Regione ne erano arrivati, eccome. Dal 2011 al 2015 in particolare erano stati erogati circa un milione e 400 mila euro. Soldi questi provenienti dalla direzione centrale che all’epoca raggruppava Attività produttive, commercio, cooperazione e risorse agricole e forestali. In una piccola parte, come si legge sul sito della Regione, erano stati “finanziamenti a favore di soggetti pubblici e privati per la realizzazione di progetti mirati alla promozione dell’immagine della regione Friuli Venezia Giulia e per l’incremento del movimento turistico”.

La porzione maggiore era legata a “contributi pluriennali a favore di enti pubblici e di associazioni senza fini di lucro nonché di altri enti a carattere privato che appartengono alla categoria delle onlus per la copertura degli oneri in linea capitale e interessi dei mutui contratti per realizzazione e ammodernamento di impianti e opere complementari all’attività turistica”. E compaiono anche nel database dei beneficiari della spesa regionale, rintracciabile sulle pagine web della Regione Fvg, oltre 500 mila euro dal 2009 al 2015 incassati dalla Fonte e provenienti dal settore Salute e protezione sociale.

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Alla fine le pressioni di Cassago comunque sembra non riuscirono a convincere Troja. «Cassago corresse più volte il testo», spiega l’ex direttrice, e «non volle portare in Cda la questione e mi urlò: “La lettera la firmo io, tanto ho amici che me l’appoggiano, io non rischio niente, sono anziano, non ho nulla a me intestato, faccio il c... che voglio e tu sei una stupida (...). Qui si fa come dico io e ricordati che ho amici potenti». Così, da quanto pare, la documentazione venne comunque trasmessa alla Regione Fvg.

 

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