I dipendenti scoraggiati: «Quest’azienda era un gioiello»

«Mai avremmo potuto immaginare una situazione simile per la nostra azienda». È amaro, addirittura quasi ancora incredulo, il commento dei lavoratori della Tex Giulia di Piedimonte. Negli occhi di...

«Mai avremmo potuto immaginare una situazione simile per la nostra azienda».

È amaro, addirittura quasi ancora incredulo, il commento dei lavoratori della Tex Giulia di Piedimonte. Negli occhi di questi operai, uomini e donne, si legge la preoccupazione ma anche un senso di resa: tutti loro conoscono molto bene le caratteristiche dell'azienda, e sanno che l'impianto non può star in piedi con i numeri attuali (circa 54 dipendenti), figuriamoci dopo che se ne saranno andati i 26 esuberi prospettati dalla proprietà Che, tra l'altro, pare intenzionata a chiudere l'intero reparto di filatura, per acquistare le rocche di cotone direttamente dall'estero, in Turchia. «Onestamente, al di là della preoccupazione per quel che sarà, siamo anche piuttosto amareggiati per il modo in cui tutto questo sta succedendo – dice Luciano Plazzi, uno dei dipendenti della Tex Giulia -. Sembra quasi che questa crisi sia stata programmata, a fronte di scelte ben precise sul futuro dell'azienda. Non so cosa pensare, ma quel che è certo è che mai e poi mai, anche solo un paio d'anni fa, avremmo pensato che potesse finire così. Quest'azienda era il gioiello di Gorizia». Nel panorama da molto tempo difficile dell'industria isontina, la TexGiulia di Piedimonte rappresentava forse l'eccezione, l'orgoglio cittadino. Non è più così. «Ormai è da due anni che le cose non vanno più bene – spiega Sabrina Miotti -, e lavoro di fatto una settimana sì e tre no. Ma è nell'ultimo anno che la situazione è precipitata. Gli esuberi saranno tanti, e per tutti noi di questi tempi la prospettiva di trovare un nuovo posto di lavoro pare un'utopia. Come faremo?».

(m.b.)

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