I dipendenti: non privatizzate Luka Koper

La petizione a Lubiana partita dai lavoratori del Porto di Capodistria, già raccolte oltre 8.500 adesioni
Di Mauro Manzin

LUBIANA. A muoversi, questa volta, sono i dipendenti di Luka Koper che, a fronte dei grossi problemi logistici registrati dal Porto di Capodistria per la saturazione della linea che collega lo scalo a Divaccia (a binario unico), hanno scritto una petizione al governo di Lubiana che, finora, è stata già sottoscritta da oltre 8.500 persone. Nel documento si chiede l’immediato inizio dell’iter per la costruzione del secondo binario sulla Capodistria-Divaccia e, quindi, il varo della norma che prevede la creazione di una società ad hoc per gestire la realizzazione della nuova infrastruttura.

Contemporaneamente però i dipendenti chiedono che l’esecutivo guidato da Miro Cerar non inserisca nel suddetto provvedimento legislativo alcuna norma relativa alla privatizzazione dello scalo del Litorale. A detta degli organizzatori della petizione un forte interesse alla stessa è stato rappresentato nei giorni scorsi da diverse associazioni della società civile. Un appello è stato inoltre rivolto anche ai deputati del Litorale che siedono al Parlamento di Lubiana perché venga garantita la massima protezione al Porto di Capodistria. Porto che garantisce attualmente circa quattromila posti di lavoro «che ogni anno porta nei bilanci dello Stato e delle amministrazioni locali qualche cosa come 20 milioni di euro, senza i dividendi, che l’hanno scorso hanno toccato la ragguardevole cifra di 13 milioni di euro», scrivono i dipendenti di Luka Koper, la società che gestisce lo scalo sloveno. Dipendenti che sono altresì convinti che qualsivoglia cambiamento del sistema di gestione del porto costituirebbe una seria minaccia alla concorrenzialità dello stesso e al futuro di Luka Koper «che, in base ai risultati economici, si dimostra il miglior scalo dell’Alto Adriatico e può presentarsi come concorrenziale anche a livello europeo».

Il Consiglio dei lavoratori portuali e le associazioni che rappresentano gli altri dipendenti dello scalo hanno anche inviato lo scorso 3 febbraio la missiva al primo ministro, Miro Cerar e ai presidenti dei socialdemocratici e del Partito dei pensionati, Dejan Židan e Karl Erjavec (anche ministro degli Esteri) invitandoli a garantire lo sviluppo del Porto di Capodistria, il collegamento del Litorale al resto della Slovenia, nonché la costruzione del secondo binario sulla linea ferroviaria Capodistria-Divaccia. La risposta dell’esecutivo è giunta per bocca del ministro alle Infrastrutture, Peter Gašperši› il quale ha detto che il governo non ha bisogno di pressioni su una decisione che è già stata presa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo