I corpi “riemersi” dei soldati tedeschi

Sette cadaveri di soldati giustiziati dai partigiani di Tito sono stati ritrovati in una località nei dintorni di Fiume
Di Andrea Marsanich

FIUME. I tragici, drammatici eventi dello scorcio conclusivo del secondo conflitto mondiale continuano a riemergere dal “ventre” della cinta collinare di Fiume. Giorni fa, in località Luban a Drenova, poco a monte del capoluogo quarnerino, sono state rinvenute le spoglie mortali di sette militari tedeschi, uccisi dalle forze partigiane di Tito nel maggio del 1945. Le ricerche in quest’area bagnata più di 70 anni fa dal sangue di migliaia di soldati germanici e jugoslavi vengono eseguite da esperti del ministero croato dei Reduci, per l’esattezza della Direzione per le ricerche dei prigionieri e degli scomparsi. Le operazioni in queste zone alle spalle di Fiume non rappresentano una novità trattandosi di terreni caratterizzati nei mesi di aprile e maggio di 72 anni fa da aspri combattimenti per la liberazione della città di San Vito e successivamente per il ritiro delle unità tedesche verso la Germania.

Dopo avere scoperto a Luban i resti dei sette soldati (dopo la liquidazione erano stati inumati in una fossa comune), di armi ed altro equipaggiamento militare, tutta la zona viene attentamente monitorata in quanto si reputa possa nascondere altre tragiche testimonianze della battaglia per Fiume. Stando ad alcune stime, si crede che a cadere negli scontri siano stati tra i 2.800 e i 6 mila partigiani, mentre non è mai stato stato oggetto di seria ricerca il numero delle vittime tedesche. Quanto resta di quest'ultime viene ciclicamente alla luce lungo una linea immaginaria comprendente gli abitati di Smrika, Krizisce, Hreljin, Krasica, sulle pendici dell’altura Santa Caterina e più in là verso Monte Lesco, Sarsoni, Pasiacco, Clana e in direzione della Slovenia. Insomma una vasta porzione degli immediati dintorni di Fiume, città in cui i partigiani jugoslavi entrarono il 3 maggio 1945. Oltre agli esperti del predetto dicastero, c’è uno stuolo di ricercatori dilettanti, di appassionati di archeologia militare che battono queste aree, nella speranza di vecchie armi arrugginite, elmi, cartucciere, proiettili, frammenti di granate esplose, bottoni, oggetti in pelle, borracce e quant'altro.

In più di un'occasione sono stati trovati ordigni inesplosi, fatti brillare dagli artificieri del ministero croato degli Interni. Un paio d'anni fa, in località Krasica - 14 chilometri a Est di Fiume - sono state rinvenute le spoglie di 13 militari tedeschi, sepolti in una fossa comune situata a poca distanza dal cimitero locale. Il rinvenimento è avvenuto nel corso dei lavori di ricostruzione della strada d'accesso al camposanto, ricerche supportate dai ricordi degli anziani abitanti di Krasica che sapevano a perfezione quanto accaduto nel loro villaggio una settantina d'anni fa. Infatti, nei combattimenti che avevano per teatro Krasica e le vicine Praputnjak e Skrljevo, i soldati con la stella rossa fecero prigionieri i 13 tedeschi, fucilandoli, dopo di che gettarono i corpi in una cavità prodotta dalla deflagrazione di un deposito di armi ed esplosivi. Sono venuti alla luce tutti e 13 gli scheletri, dapprima traslati a Zagabria e successivamente inviati in Germania. Lo stesso procedimento riguarderà i resti mortali scoperti a Drenova.

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