I confini chiusi rendono felici i benzinai a Gorizia, volano le vendite di carburante: +140%
GORIZIA. Con i tabaccai, è l’unico comparto che sta ottenendo dei benefici dalla pandemia. I confini chiusi hanno stroncato, di botto, l’esodo per il pieno di carburante e le vendite di benzina e gasolio “di qua” volano. Soprattutto a Gorizia, meno nella Destra e Sinistra Isonzo.
In città, nello scorso mese di novembre, si è registrato un aumento delle vendite pari a +139,6% rispetto a novembre 2019, con 885.443 litri erogati rispetto ai 369.549 dell’anno precedente. Meno eclatante la percentuale di crescita in tutto il resto del territorio isontino, pari a +30,4%. I litri venduti sono passati da 2.917.494 a 3.805.846 per effetto dei confini chiusi a causa della pandemia da Covid-19. Il pendolarismo del pieno ha subito, dunque, uno stop, probabilmente (per non dire certamente) solo temporaneo.
A fornire i numeri il consigliere regionale Diego Bernardis (Lega), a commentarli Gianluca Madriz, numero uno dell’Ascom-Confcommercio e numero due della Cciaa Venezia Giulia. «La vera sfida è fare sì che si arrivi a un’equiparazione in pianta stabile dei prezzi dei carburanti al di qua e al di là del confine. Non serve una zona franca, bensì un’area cuscinetto - rimarca Madriz -. Poi, mi piacerebbe anche che i goriziani capissero che non è soltanto il risparmio il valore preponderante: facendo il pieno a Gorizia, si aiutano famiglie goriziane e si garantisce la sopravvivenza a un’intera categoria.
Chiamatelo spirito patrio, chiamatelo come volete, ma ritengo che in questo momento si debba aiutare il territorio e non solo oggi perché i confini sono chiusi, ma anche quando tutto riaprirà e ci sarà libera circolazione». Madriz rammenta anche i numeri «strepitosi» di tessere benzina erogate dalla Camera di commercio. «Gli uffici hanno fatto e stanno facendo un lavoro abnorme. La tessera, ormai, era diventata un oggetto sconosciuto».
Ma interviene anche la politica. A parlare è il consigliere regionale Bernardis. «Se in fondo al terribile tunnel della crisi pandemica si intravede finalmente una luce grazie al vaccino, purtroppo ancora non è così per la tematica dell’emorragia di risorse dovute al fenomeno del pendolarismo oltreconfine. In tal senso, se lo sforzo della Regione è massimo, purtroppo non si può dire lo stesso del Governo giallorosso. L’esecutivo nazionale continua a far finta che il problema non esiste, quando invece si parla di centinaia di milioni di euro di deficit fra Iva e tasse che desertificano la nostra fascia confinaria.
Da questo punto di vista, accolgo con soddisfazione l’impegno di tante amministrazioni comunali del Goriziano che hanno già approvato una mozione analoga a quella licenziata a luglio all’unanimità dal Consiglio regionale, di cui sono primo firmatario assieme al collega Diego Moretti, a testimonianza della volontà trasversale di arrivare ad armonizzare l’economia di confine. Male non farebbe se gli esponenti regionali del M5S pressassero un po’ più i loro ministri ed esponenti parlamentari».
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