I cinghiali minacciano l’Isola della Cona

Sempre più esemplari a caccia di cibo e il direttore Perco lancia l’allarme: «Sono un rischio per la riproduzione della fauna»

STARANZANO Ai cinghiali piace “gironzolare” all’Isola della Cona. Non si tratta per ora di un’invasione indiscriminata, ma negli ultimi tempi il mammifero si è moltiplicato sempre di più. Come pure gli avvistamenti, del singolo o addirittura di famiglie intere con i propri cuccioli. In genere si può incappare nei cinghiali in quest’area subito dopo il tramonto, specie nella “periferia” della Riserva, oppure nei campi antistanti l’area protetta. Il motivo della loro presenza è uno solo: vanno alla ricerca di cibo, anche perché il loro foraggiamento da parte dell’uomo non è una pratica diffusa in zona.

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Di qualche curioso avvistamento è stato protagonista Fabio Perco, direttore della Stazione biologica della Cona (Sbic), che è riuscito anche a immortalarli. «Sono stato fortunato a vederne uno subito dopo mezzogiorno – afferma –, perché essendo animali selvatici girano soprattutto di notte o all’imbrunire, ma se si frequenta di sera la zona si possono scorgere con i fari dell’auto accesi».

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I cinghiali, come spiega Perco, si possono incontrare anche sulla strada di accesso alla Riserva, proprio nella zona dove l’azienda agricola ha tagliato tutti gli alberi. «In mezzo ai campi – aggiunge – spesso si fanno compagnia con qualche capriolo. Ci risulta che negli ultimi anni i cinghiali sono aumentati e si parla persino di svariate decine». Facendo un giro di notte, ormai se ne vedono diversi. «È vero – prosegue Perco - che sono interessanti da guardare, perchè fanno parte dell’ambiente naturale, però possono comportare problemi alla Riserva naturale soprattutto in primavera, proprio nel periodo riproduttivo della fauna migratoria in queste zone. Essendo maiali selvatici, infatti, se vanno a finire sui nidi, ovviamente li distruggono».

Il cinghiale è un mammifero che fa parte della famiglia dei “Suidi”. È originario dell'Eurasia e del Nordafrica e nel corso dei millenni è stato a più riprese decimato e reintrodotto in nuovi ambienti, dove si è radicato bene, grazie alle sue straordinarie doti di resistenza e adattabilità ad ampia diffusione. Da sempre, tuttavia, è considerato al contempo una preda ambita per la sua carne, ma per la sua tenacia anche un temibile avversario. «Il motivo principale di questa loro presenza – afferma ancora il direttore della Sbic - è la ricerca di cibo. Tuttavia, se c’è cibo a sufficienza, il loro numero può addirittura raddoppiare raggiungendo il 100% di incremento annuo. Gli unici fattori limitanti per evitare una crescita indiscriminata del cinghiale sono: il cibo, predatori come il lupo, che però attacca solo i piccoli e non gli esemplari adulti che hanno una stazza di 200 chilogrammi, oppure gli abbattimenti da parte dell’uomo a seguito di normative ad hoc emanate dalle Regioni».

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