I cinesi tornano a Trieste lungo la Via della Seta

TRIESTE. A meno di un mese e mezzo dall’arrivo di una delegazione dell’Ambasciata cinese in Italia, Pechino torna a fare visita al porto di Trieste. Una visita che, sebbene inserita in un incontro internazionale annuale da tempo programmato, si inscrive comunque nell’interesse della Cina a valutare investimenti sui porti italiani e su quelli di Trieste e Genova in particolare, come del resto ha dichiarato lo stesso presidente del Consiglio Paolo Gentiloni lo scorso maggio, all’esito del Forum internazionale di Pechino sulla Via della seta.
L’occasione per la visita cinese è data dalla 14.a edizione dell’«Implementation Meeting of Eu-China Maritime Agreement», l’incontro annuale per l’implementazione dell’accordo sui trasporti marittimi Ue-Cina che nel 2017 si tiene appunto a Trieste. È un organismo multilaterale nato dall’accordo siglato nel 2002 e attivo dal 2008 con lo scopo di migliorare le condizioni del trasporto marittimo intercontinentale.
Nella sede del Lloyd, ospite l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale in collaborazione con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, si confronteranno le delegazioni composte da rappresentanti del ministero cinese dei Trasporti, della direzione generale dei Trasporti e mobilità della Commissione e di Stati membri dell’Ue, fra cui l’Italia, oltre che dell’Associazione degli armatori cinesi e dell’Ecsa, l’Associazione degli armatori della Comunità europea. Gli incontri - fa sapere l’Authority - saranno preceduti da una visita alle infrastrutture dello scalo giuliano. Una occasione per presentare un porto dalle «potenzialità formidabili che finalmente siamo in grado di rilanciare e comunicare agli investitori stranieri», dice il presidente dell’Authority Zeno D’Agostino citando i collegamenti ferroviari, i fondali di 18 metri adatti ad accogliere le grandi navi oceaniche, il punto franco e «alleanze importanti come quella di recente siglata con il porto di Duisburg, collocato strategicamente rispetto alla nuova Via della Seta marittima e terrestre».
Il riferimento alla Via della Seta non è casuale, visto che come detto proprio nel Forum pechinese di maggio la Cina ha parlato «esplicitamente» - parola di Gentiloni - dell’interesse per Trieste e Genova, laddove l’Italia non ha intenzione di mettere in competizione o in alternativa i porti dell’Alto Adriatico con il Pireo. Porto del Pireo che il gigante cinese delle spedizioni marittime Cosco ha acquisito per la sua maggioranza nel 2016. E proprio rappresentanti di Cosco - riferisce l’Agi - sono attesi in queste ore anche a Trieste, nella delegazione cinese. L’Italia resta infatti un terminale strategico nella proiezione cinese nel Mediterraneo lungo la nuova Via della Seta, il progetto lanciato dal presidente Xi Jinping nel 2013 per integrare Asia ed Europa via terra e via mare con una previsione di investimenti a nove zeri. Se la Cina dopo avere investito nel Pireo punta a investire sulle ferrovie nei Balcani per creare un collegamento diretto con l’Europa centrale, lo scalo di Trieste è già fra le porte di collegamento con il cuore ricco dell’Europa, al cui centro appunto i porti di Trieste, Genova e Venezia arrivano. E dunque, come sottolinea l’Authority, lo scalo giuliano in queste ore oltre che fare da scenario al meeting internazionale «avrà anche l’opportunità di far conoscere le sue peculiarità e il ruolo che può giocare come punto privilegiato di accesso in Europa per la Belt and Road Iniative», la nuova Via della seta appunto.
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