I cent’anni della cooperativa pescatori nel ricordo della tratta dei “zièvoli”

La “Cooperativa fra pescatori” di Monfalcone compie oggi un secolo di vita. Il primo “brogliaccio” che riferisce della sua nascita risale, infatti, all’11 giugno del 1919 quando alcuni pescatori, spinti dall’esigenza di creare un punto di raccolta e commercializzazione del pescato fondarono infatti la “Cooperativa Pescatori” e il 7 marzo 1920, formalizzarono lo statuto inserendo, nell’oggetto sociale, “la promozione in ogni guisa dello sviluppo della pesca marittima e del benessere materiale e morale dei propri associati”.
Lo ha confermato ieri Michele Doz, triestino di origine, presidente del Consorzio ittico del Golfo di Trieste al timone da tempo della Cooperativa monfalconese oggi sul porticciolo Nazario Sauro.
Per il 100° anniversario, oggi alle 17 è in programma un incontro nella sala consiliare del municipio dove lo stesso Doz parlerà di “storia e futuro” della Cooperativa, preceduta dai saluti del sindaco Anna Maria Cisint, dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga e da un rappresentante della Capitaneria di Porto di Monfalcone.
Alle 19 per chi ha piacere, in piazza della Repubblica è previsto un buffet gratuito di antipasti e frittura di pesce del golfo.
La Cooperativa, come riferisce Michele Doz, è sorta dalle ceneri della Prima guerra mondiale con l’arrivo dell’Italia nella Venezia Giulia e nacque grazie all’intraprendenza di un gruppo di pescatori dell’area monfalconese.
«A quei tempi – ricorda Doz - l’attività di pesca era ben diversa da oggi. La costa isontina era caratterizzata da acquitrini e paludi, il bacino portuale di Monfalcone ancora non esisteva, il canale Valentinis era stato scavato pochi anni prima.
La flotta peschereccia era costituita da barche di piccolo cabotaggio, spinte a remi o a vela.
La pesca di allora era perlopiù rivolta a specie ittiche lagunari o specie marine prossime alla fascia costiera. Si pescavano anguille, cefali, passere, orate, seppie, gamberi di laguna, masenete».
Alcuni pescatori poi, spinti dall’esigenza di creare un punto di raccolta e commercializzazione del pescato più incisivo, fondarono la “Cooperativa Pescatori” e il 7 marzo 1920, formalizzarono lo statuto inserendo, nell’oggetto sociale, “la promozione in ogni guisa dello sviluppo della pesca marittima e del benessere materiale e morale dei propri associati”.
Nel periodo del Ventennio, la Cooperativa pescatori adottò le allora prescrizioni di legge trasformandosi, con atto n. 23534 del 27 giugno 1932 in “Cooperativa Fascista fra pescatori di Monfalcone”.
Dizione che rimase attiva fino al 1944 quando, in una riunione del consiglio di amministrazione, venne tolto il termine fascista.
Famosa è nel bacino di Panzano la “tratta dei cefali” nelle foto storiche del Centro Culturale Monfalconese di Ronchi selezionate dal direttore Roberto Del Grande.
Nei primi anni Venti la tratta nacque quando l’impresa triestina Faccanoni ottenne l’autorizzazione per lo scavo di un bacino protetto, dove ai pescatori monfalconesi vennero concessi i diritti di pesca in quel tratto chiuso.
Uno specchio d’acqua dalle enormi potenzialità specie d’inverno quando il pesce vi entrava in cerca di cibo e di acque più calde, con la possibilità cioè di catturare enormi quantità di pesce con un’unica grande rete. —
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