I Caffè letterari portano a Trieste

Il primato letterario dei Caffè triestini è noto. Ora c’è anche la guida dei “Locali storici d’Italia” a certificarlo. L’edizione di quest’anno, uscita nel mese di febbraio, presenta un itinerario inedito attraverso i 70 alberghi, ristoranti e caffè letterari che hanno ispirato la creatività di grandi scrittori, poeti e musicisti. Il Caffè San Marco raccoglie tre citazioni (Voghera, Vinci, Magris) come il Caffè Tommaseo (Tomizza, Qurantotti Gambini, Stuparich) al pari del Caffè Giubbe Rosse di Firenze (Soffici, Papini e Prezzolini). Davanti solo l’Antico Caffè Greco di Roma (Guttuso, Gogol, Passini, Casanova) e il Pedrocchi di Padova (Simoni, Fraccaroli, Barzini, Berti-Crescini-Stefani). «Dal 2011, la guida presenta degli itinerari tematici che consentono di apprezzarli in modo sempre nuovo - spiega il curatore Enrico Guagnini -: quest’anno viene suggerito un percorso inedito tra i locali che hanno ispirato scrittori, poeti, pittori, compositori, cantanti, fotografi che, frequentandoli, hanno vissuto momenti di creatività e hanno dato vita a un’opera del loro ingegno, oppure hanno reso immortale il locale rendendogli l’onore di una citazione illustre».
La guida, 300 pagine in edizione bilinque italiano-inglese, è illustrata al tratto dal pittore Gianni Renna, come le guide dell’Ottocento. In questo itinerario letterario-artistico tre tappe riguardano Trieste. Si parte dal Caffè San Marco di via Battiti. «Riaperto nel 1919, restaurato dopo la seconda guerra e ancora nel 1997, i suoi arredi e decorazioni - si legge nella guida - sono superbo esempio di stile Secessione viennese, con bancone intarsiato, tavolini marmo e ghisa, specchiere e decine di opere dei pittori Cozzi, Barison, Flumiani, Cambon e Marussig. Lo frequentarono Stuparich, Slataper, Svevo, Saba, Joyce, Voghera. Gli scrittori Magris e Vinci gli hanno dedicato opere e spesso lavorano qui. Oggi anche libreria».
C’è poi la tappa del Caffè Tommaseo di Riva Tre Novembre. «La coscienza nazionale batteva qui tra il 1836 e il ’46 con Orlandini, Madonizza, Valussi, Dall’Ongaro, menti del settimanale letterario “La Favilla”, e qui si levò nel 1848 il primo grido “Viva l’Italia” - riporta la gudia -. Lo amarono il poeta Besenghi degli Ughi, Svevo e Joyce, Stuparich, Quarantotti Gambini e Saba. È alla moda dei Caffè viennesi, ricca di stucchi e orpelli, con specchiere fatte venire dal Belgio nel 1830, tavolini in marmo e ghisa e una pendola del 1839».
Non manca neppure un caffè pasticceria: Pirona di Largo Barriera Vecchia che si può fregiare dell’autografo di James Joyce. «Corroborato dai vini scelti di Pirona, James Joyce cominciò a elaborare qui il suo "Ulisse"» si leggeva nella scheda della precedente edizone. «Nacque dall’estro di Alberto Pirona, dispensando confetture, dolci fini, frutta in conserva, galanterie di zucchero, paste e biscottini, nonché liquori e vini scelti - si legge nella scheda aggiornata dell’edizione 2014 - Quest’ultimi aprezzatissimi da James Joyce durante la sofferta creazione di “A Portrait of the Artist as a Young Man”. Frequentata da letterati e artisti, come il compositore Antonio Smareglia che abitava accanto». Joyce, in ogni caso, non si perdeva dietro a caffè e pastine.
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