I benzinai isontini chiedono l’introduzione della fascia zero

Così le differenze di prezzo con la Slovenia sparirebbero. Intanto, il carburante è più caro a Gradisca, Mariano, Moraro e Farra dove gli sconti regionali sono minori
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 12.12.2007 File benzinai Casarossa - Foto di Roberto Coco
Bumbaca Gorizia 12.12.2007 File benzinai Casarossa - Foto di Roberto Coco

Che fine ha fatto la famosa “fascia zero”? E l’equiparazione dei prezzi con la Slovenia? Se lo chiedono i benzinai goriziani e sollecitano la politica a prevederla, dopo le tante (troppe) promesse elettorali. In pratica, si tratterebbe di introdurre un’agevolazione specifica pensata per Gorizia e per i distributori collocati immediatamente a ridosso della zona di confine.

Ma sullo sfondo c’è un altro problema. Fanno parte della provincia di Gorizia ma lì ci sono regole diverse e penalizzanti riguardo alle agevolazioni sui carburanti. Gradisca d’Isonzo, Mariano del Friuli, Moraro e Farra d’Isonzo continuano ad essere inserite in seconda fascia di contributo. Significa che in quei quattro Comuni lo sconto sulla benzina regionale è più basso del resto della provincia. E i benzinai puntano il dito verso questa incomprensibile disparità di trattamento.

Sullo sfondo, i numeri. Rispetto ai primi nove mesi del 2013, i benzinai goriziani hanno complessivamente erogato (nei primi tre trimestri del 2014) in provincia un milione di litri di carburanti in meno. Secondo i dati forniti dall’Assessorato regionale all’Ambiente, elaborati da Insiel sui report dell’ufficio Zona franca della Camera di commercio di Gorizia, nell’area di contribuzione 2, quella che gode di uno sconto minore, le vendite continuano a decrescere: i distributori dei comuni di Moraro, Farra, Gradisca e Mariano hanno erogato complessivamente 1,2 milioni di litri di benzina senza piombo e appena 263 mila litri di diesel, a ulteriore riprova che pure nei Ccomuni della Destra Isonzo, lasciati fuori dalla fascia di contribuzione più ampia, prosegue incessante il pendolarismo del pieno.

Nei giorni scorsi, una delegazione di benzinai, guidata dal coordinatore provinciale Roberto Ponzalli, si è incontrata con Franco Brussa, già consigliere regionale e relatore di minoranza della legge 14/2010 sui craburanti. Ponzalli e gli altri intervenuti hanno ribadito lo stato di difficoltà che attraversa la categoria: una difficoltà, è stato detto, che potrebbe essere facilmente superata se la Regione aggiungesse un minimo contributo, oltre a quello già previsto dalle legge, e facesse così rientrare in fascia 1 anche i quattro Comuni penalizzati. Dal canto suo, Brussa ha sottolineato che mai come adesso la Regione dovrebbe intervenire alla luce di due particolari condizioni: il notevole calo del prezzo del petrolio cui è corrisposto un importante anche se non decisivo calo del prezzo di benzina e gasolio alla pompa e la procedura di infrazione avviata dall’Ue sulla legge regionale 14/2010. «Quando fu approvata quella legge su iniziativa dei consiglieri di maggioranza Asquini e Narduzzi - ha ricordato Brussa - l’obiettivo era di non far venir meno il regime agevolato sul prezzo dei carburanti e, nello stesso tempo, evitarne la decadenza in quanto le norme in vigore contrastavano con quelle europee. Ecco perché la legge 14/2010 si guardò bene dal parlare di accise e quella normativa passò come una sorta di legge dal carattere sociale. Ma la forzatura dei due proponenti fu quella di dividere la regione in due fasce cui attribuire un contributo differenziato inserendo in prima fascia quei Comuni considerati da vecchie direttive Cee svantaggiati o parzialmente svantaggiati: il risultato è stato che ben 98 Comuni della provincia di Udine e 25 Comuni della provincia di Pordenone, alcuni dei quali distanti anche 100 km dal confine, sono entrati nella fascia di maggior vantaggio mentre alcune municipalità dell’Isontino, a ridosso del confine con la Slovenia, sono finiti in... 2a fascia». Una decisione che ha favorito l’esodo in Slovenia.

Ecco perché la legge andrebbe ripensata trovando un sistema che agevoli la stragrande maggioranza dei cittadini residenti nelle aree adiacenti il confine. «Per fare ciò - ha aggiunto Brussa - basterebbero pochi centesimi da aggiungere agli attuali 21 per la benzina e 14 per il gasolio per rendere il prezzo finale addirittura inferiore a quello praticato in Slovenia con beneficio evidente e immediato per i nostri cittadini e per le stesse casse regionali». Brussa ha, quindi, invitato la categoria dei benzinai a coinvolgere in questa azione di sensibilizzazione nei confronti della Regione sia gli enti locali che le Camere di commercio, oltre alle categorie economiche che, da un rilancio dei consumi, ne trarrebbero notevoli benefici.

«Siamo qui a sensibilizzare oltre i colleghi anche le istituzioni - conclude Ponzalli - nella convinzione che la Regione, da questa operazione, avrebbe tutto da guadagnare sia in termini di immagine ma soprattutto sotto il profilo economico».

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