I bastioni veneziani di Zara e Sebenico patrimonio Unesco

Il “titolo” con Palmanova, Bergamo e Peschiera del Garda nel progetto congiunto di Italia, Croazia e Montenegro

ZARA. La conferma è arrivata dal vertice di Cracovia, in Polonia: anche i bastioni difensivi di Zara e la fortezza di San Nicola, situata in mare di fronte a Sebenico, sono stati inseriti nella Lista del patrimonio mondiale dell’Unesco.

Lo ha deciso la competente commissione che ha preso in esame la proposta arrivata congiuntamente da Italia, Croazia e Montenegro di porre sotto tutela dell’Unesco le Opere di difesa veneziane tra il XVI ed il XVII secolo: “Stato di Terra – Stato di mare occidentale”, un progetto guidato dalla città di Bergamo e che per un migliaio di chilometri si estende per il territorio italiano, croato e montenegrino.

 

Palmanova è Patrimonio mondiale dell'Unesco



Le Mura Venete premiate, edificate dalla Serenissima dopo la scoperta della polvere da sparo e quale baluardo contro i vari nemici, in primis i turchi, possono essere visitate e ammirate in diverse zone e precisamente a Bergamo, Palmanova, Peschiera del Garda, a Zara e Sebenico in Dalmazia (Croazia) e a Cattaro in Montenegro. Va ricordato che le mura difensive di Zara, per una lunghezza complessiva di ben 3 chilometri, furono approntate dalla Repubblica di Venezia nel XVI secolo. Cingono – solenni e orgogliose – il nucleo storico zaratino, ossia la famosa penisola, per proteggerla (queste le intenzioni di cinque secoli fa) dagli attacchi delle forze turche che all’epoca stavano dominando nei Balcani. Ancora oggi piacciono per la loro imponenza, dando l’impressione di essere inconquistabili.

Il discorso è valido anche per il forte di San Nicola, altra monumentale opera veneziana, edificata dalla Serenissima nel XVI secolo proprio all’imboccatura del canale di Sant’Antonio. Il motivo? Le paure, i pericoli che derivavano dall’avanzata dei turchi. La fortezza era stata approntata su progetto dell’ingegnere militare italiano, Michele Sanmicheli. È stata restaurata nell’ultimo biennio e dopo decenni di quasi totale abbandono. Nel corso dei lavori, è stata rispettata alla lettera l’antica struttura, senza interventi che potessero danneggiare la possente costruzione, una delle più belle in acque adriatiche.

Va aggiunto che una ventina d’anni fa la polizia sebenzana fu costretta ad usare le maniera forti contro i cosiddetti datoleri, i raccoglitori abusivi di datteri di mare. Gli scavi a San Nicola per estrarre i molluschi avevano assunto dimensioni tale da mettere a rischio la statica dell’antica costruzione, uno dei simboli della presenza veneziana lungo le coste orientali dell’Adriatico.

Per la Croazia è arrivato un altro importante riconoscimento: a far parte del Patrimonio mondiale dell’Unesco sono anche gli antichi faggeti dislocati nei parchi nazionali del Velebit (Alpi Bebie) settentrionale e della Paklenica. A Cracovia, dieci Paesi europei (Croazia, Italia, Austria, Slovenia, Belgio, Spagna, Bulgaria, Albania, Romania e Ucraina) hanno firmato l’allargamento del sito comprendente le antiche faggete dei Carpazi e di altre regioni del Vecchio Continente.

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