I 90 anni dello studio legale Volli e quella dinastia di via San Nicolò

Da Ugo a Paolo, una storia nata nel 1929 capace di attraversare anche l’orrore delle leggi razziali
Foto BRUNI 04.01.2019 Paolo Volli avvocato
Foto BRUNI 04.01.2019 Paolo Volli avvocato

TRIESTE. Era il primo gennaio 1929 quando l’avvocato Ugo Volli comunicava alla Commissione Reale per il Collegio degli Avvocati e dei Procuratori di Trieste l’apertura dello studio di via San Nicolò 30. E dopo 90 anni lo studio è ancora lì e resta tra i più prestigiosi della città. In quelle stanze dalle librerie che traboccano di volumi anche di rilevante pregio, dalle rifiniture e il mobilio di legno scuro, i tappeti persiani, la luce calda, il testimone è passato attraverso tre generazioni: prima Ugo, poi Enzio ora Paolo Volli. E all’orizzonte si prospetta la possibilità che a raccogliere la preziosa eredità professionale sia un altro Volli, Giacomo, appena laureatosi in Giurisprudenza.

In Italia gli studi che possono vantare una tale longevità restando nelle mani dei componenti della medesima famiglia sono pochi. Un traguardo, quello dei 90 anni, che oggi - anniversario, tra l’altro, della morte dell’avvocato Enzio, mancato esattamente due anni fa - vedrà aprirsi per un momento di convivialità con amici, colleghi avvocati e rappresentanti delle istituzioni le porte dello studio. Quello indicato oggi da una grande targa in ottone fatta apporre 90 anni fa in via San Nicolò dal fondatore Ugo, e poi sostituita per alcuni anni durante la Seconda Guerra mondiale da una tabella in legno - ora conservata su una libreria - per evitare che venisse requisita per riciclare il materiale.

La famiglia nasce in realtà con il cognome Wohl. Fu Ugo a chiedere nel ’22 che venisse modificato in Volli. Lo studio, le sue stanze, conservano una storia anche di immenso dolore. I tragici eventi dal ’40 al ’45 portarono all’occupazione dello studio da parte dei tedeschi che lo consegnarono poi ad altri. Le sale vennero svuotate da tutti i mobili che i Volli non sono più riusciti a recuperare. I preziosi volumi della biblioteca furono bruciati per scaldare una caserma. Alcuni furono salvati perché trasferiti in luoghi più sicuri, come, ad esempio, la libreria Saba che si trova al piano terra di quello stesso immobile di via San Nicolò di proprietà, ancora oggi, della Comunità ebraica.

Ugo Volli - che anni dopo ricoprì a Trieste anche la carica di presidente dell'Azienda Autonoma del Soggiorno e del Turismo - finì più volte in carcere per motivi politici e razziali. Deportato verso la Germania, riuscì a salvarsi perché il treno che lo trasportava deragliò, e lui riuscì a scappare e a tornare a Trieste. Alla fine della guerra, lo studio fu riaperto e riprese regolarmente la sua attività con il prezioso contributo di Enzio Volli, che abbracciò la professione associandosi allo studio paterno nel ’49.

Espulso dal liceo Petrarca nel 1938 a seguito della promulgazione delle leggi razziali, con un passaporto falso ottenuto grazie al coraggio di un funzionario della questura che pagò con la vita quel gesto, Enzio fu l’unico della famiglia a riuscire a raggiungere la Svizzera. Al Politecnico di Zurigo si laureò in Chimica e poi in Ingegneria Chimica. Dopo la fine della guerra, iniziò a lavorare nell’industria Ciba di Bergamo. Una crisi del settore lo convinse a iscriversi a Giurisprudenza sostenendo in soli dodici mesi i 21 esami dell'intero corso quadriennale. Enzio Volli fu incaricato dell’insegnamento di Diritto della Navigazione all'Università Ca'Foscari di Venezia prima, e di Trieste dopo. È stato componente del consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Trieste e consigliere di amministrazione del Lloyd Triestino, dando inizio anche ad un'intensa attività professionale nel campo marittimo e dei trasporti in genere diventando uno dei massimi esperti internazionali di Diritto della Navigazione.

Nel 1976, Enzio fu tra i protagonisti del processo intentato contro i responsabili dei crimini della Risiera di San Sabba, rappresentando la Comunità ebraica assieme all'avvocato Sergio Kostoris. Nel 1982 è entrato in studio il figlio, Paolo Volli, che come lui si occupa di diritto civile e penale. È stato componente di una delle commissioni ministeriali per la revisione del Codice della Navigazione, grazie all’esperienza maturata anche a fianco del padre in ambito delle concessioni demaniali marittime e del diritto della nautica da diporto. Nello studio, Paolo conserva preziosi documenti, un fitto rapporto epistolare tra Ugo e Enzio Volli che testimonia le preoccupazioni per le atrocità delle leggi razziali, le pagelle, i libretti universitari del padre. Parte di quei documenti sono stati esposti nella mostra “Razzismo in Cattedra” realizzata dagli studenti del Petrarca.

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