I 109 anni di Cecilia: riaprite l’istituto di musica
Per Cecilia Seghizzi si spegne un’altra candelina, la numero 109. E oggi, nella sua abitazione goriziana, alle 17, ci sarà una festicciola organizzata, come ormai di consueto, dagli amici ed allievi, soprattutto esponenti del suo Gruppo polifonico goriziano. Cecilia gode di buona salute nonostante un’età non propriamente verde.
La lucidità non le fa difetto. Al punto che, ad esempio, segue con interesse le vicende legate al mondo delle note, auspicando una rinascita dell’Istituto di musica. Lei, compositrice (oltre che acquarellista, ma, soprattutto, personaggio autentico dall’indomabile voglia di vivere) dell’Accademia musicale “Città di Gorizia”, l’associazione nata in seguito al fallimento dell’omonima Fondazione musicale (il vecchio Istituto di musica, tanto per capirci), è stata nominata socio onorario. Ed è lei la prima firmataria di una lettera (anche sottoscritta da Loredana Ferencich e da monsignor Ruggero Dipiazza) sulle sorti di Palazzo De Grazia (sede storica dell’Istituto). Come la signora Cecilia, anche Loredana Ferencich è socio onorario dell’Accademia musicale (ora avente sede in via Oberdan) mentre don Dipiazza ne è componente del consiglio direttivo. «La bella, e costosa, ristrutturazione dell’edificio indubbiamente esigeva che quantomeno esso venisse restituito alla città.
Ciò che lascia perplessi è, in primo luogo, la “polifunzionalità” a cui l’edificio sembra essere destinato: al suo interno la presenza musicale appare piuttosto marginale – è scritto in tale lettera –. Al più, sembra vi possa trovare collocazione una delle tante (si dice più o meno una decina) scuole di musica private del goriziano. Ma Gorizia avrebbe diritto di riavere in quel Palazzo la sua Scuola di musica comunale, la più antica della regione, quella a cui, fino a non molto tempo fa, facevano capo le diverse manifestazioni musicali e, soprattutto, la preparazione dei futuri insegnanti di musica». In parole povere, la signora Cecilia nutre qualche perplessità sull’affidamento di Palazzo De Grazia da parte del Comune a tre associazioni con, in testa, la “Casa delle Arti” di cui Claudio Pio Liviero, già direttore della Fondazione musicale, è presidente.
«Una scuola di questo livello ha indubbiamente bisogno di essere affidata, per il suo rilancio, a personalità di prestigio sul piano culturale nonché di capacità organizzative – è scritto ancora nella lettera –. Lascia, a esser generosi, quantomeno perplessi il fatto che la riapertura dell’Istituto di musica possa esser riaffidata alle mani di chi, a suo tempo, non seppe fermarne il declino e quindi la chiusura». Nell’auspicare, quindi, un differente tentativo di rinascita dell’Istituto, la signora Cecilia, la signora Ferencich e don Dipiazza chiedono ai goriziani, per riportare la scuola di musica ai fasti del passato, «di farsene promotori nei tempi e modi che riterranno più opportuni ed efficaci con i mezzi che riterranno opportuni: lettere, cartoline, note, mail, ai giornali, alle istituzioni cittadine, sindaco e giunta in primis, nonché ai consiglieri comunali, alcuni dei quali già ad esso favorevoli».
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