«Ho dodici anni e forse sono incinta»: le paure dei giovani nella chat di Televita

Migliaia di richieste d’aiuto arrivate agli operatori di Contatto Anoressia, bullismo e disagio mentale i problemi più diffusi  
Lasorte Trieste 31/03/10 - Piazza S.Giovanni, Televita,
Lasorte Trieste 31/03/10 - Piazza S.Giovanni, Televita,

TRIESTE Una fotografia senza filtri, che mostra con inquietante evidenza la diffusione di un fenomeno tanto sfuggente quanto dilagante: il disagio giovanile. «Rischiamo di perdere una generazione»: non usa mezzi termini, nel sintetizzare la gravità del problema, Michela Flaborea, che da amministratore delegato e presidente di Televita ha contribuito a far diventare realtà un progetto che oggi sta offrendo un aiuto vitale a centinaia di giovani fin dalla prima adolescenza, non solo triestini.

Il progetto, frutto dalla partnership tra Televita e AsuiTs, ha portato alla nascita di un centro d’ascolto doppiamente prezioso, visto che rappresenta anche un osservatorio aperto sul mondo giovanile. Il servizio gratuito “ConTatto” affianca al numero verde 800 510 510 operativo 24 ore su 24 anche una chat, attiva dalle 17 alle 23, rivolta a chiunque viva uno stato di sofferenza psicosociale, manifesti comportamenti autolesivi o addirittura intenti suicidi. Altro strumento fondamentale è il sito https://contatto.me (finora più di 82 mila accessi complessivi da parte di 25 mila utenti diversi, da tutta Italia) dove trovare subito informazioni e consigli su come gestire le tipiche situazioni di disagio giovanile e accedere alla chat.

«I giovani che ci chiedono aiuto si trovano a interagire con operatori qualificati ed esperti – premette Flaborea –, specializzati nell’ascolto, nell’aiuto e in grado poi di indirizzarli ai vari servizi socioassistenziali, dal Sert ai consultori. Ci sono psicologi e assistenti sociali». «La novità rispetto al modello classico del centro d’ascolto è la chat – sottolinea l’Ad di Televita – che i ragazzi possono utilizzare per comunicare in un modo a loro congeniale. Gli adolescenti sembrano incapaci di esprimersi a voce, ma fin da piccoli sanno messaggiarsi e chattare con gli smartphone. Così riusciamo ad aiutarli a uscire dal guscio dell’incomunicabilità». «La casistica è ampia – afferma Flaborea –. Riceviamo telefonate di adolescenti giovanissime, a volte appena 12 o 13 anni, disperate perché temono di essere rimaste incinte e non sanno a chi rivolgersi, oppure chiedono informazioni sulla pillola del giorno dopo. Le ragazze e i ragazzi che chiedono aiuto ci parlano dei loro problemi di anoressia o alcolismo, ci raccontano di pratiche autolesioniste o di sentirsi vittime di bullismo. Qualcuno riferisce di sentire delle “voci”. Spesso neppure loro sanno quale sia la natura del disagio che percepiscono, magari chiamano solo perché non sanno come affrontare un brutto voto.

Ma soprattutto, emerge il bisogno di sentirsi ascoltati, di uscire dalla solitudine. Bisogno che evidentemente non è soddisfatto in famiglia. A volte restano ore a parlare o chattare con noi». «Agli operatori – aggiunge – diamo soprattutto una raccomandazione: dire a chi chiama, spesso manifestando un livello di malessere e depressione impressionante, che c’è sempre una speranza». “ConTatto” è di fatto l’evoluzione, rimodulata pensando ai più giovani, di Telefono Speciale, un servizio storico dell’AsuiTs avviato nel ’97, frutto dalla collaborazione con Televita e Comune. «Ci siamo resi conto però che l’età media di chi chiamava si stava abbassando sempre di più – spiega Flaborea – e allora abbiamo avviato un percorso progettuale che ha portato a questo nuovo servizio. Più della metà dei contatti arriva da parte di giovani che risiedono fuori provincia e che entrano in contatto con noi grazie al sito. Ecco perché l’intenzione è quella di estendere il servizio, che oggi è improntato sulle nostre centrali operative di Trieste. Il primo passo per l’ampliamento sarà la provincia di Gorizia. A breve avremo anche un incontro con l’assessore regionale Riccardi». —
 

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