Hamburger sloveno “clandestino” a Gorizia, il nuovo contrabbando finisce in Parlamento

Locale di Nova Gorica consegnava panini attraverso la rete sul confine Il titolare: «Una provocazione». Il deputato Pettarin interroga Di Maio
Il piazzale della Transalpina con la rete “temporanea” eretta per contenere la pandemia da Covid-19
Il piazzale della Transalpina con la rete “temporanea” eretta per contenere la pandemia da Covid-19

GORIZIA. L’hamburger clandestino ancora mancava. Grazie all’isolamento causato dal coronavirus, ora alle strane storie del confine goriziano se ne aggiunge una nuova, originale e decisamente gustosa legata al mondo del cibo. Figlia del tempo sospeso e del ritorno temporaneo della frontiera, la questione del contrabbando di panini sul piazzale della Transalpina ha un sapore tragicomico, ma è anche molto seria, tanto seria che è approdata in parlamento. A portarcela è stato il deputato Guido Germano Pettarin che ha rivolto un’interrogazione al ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Dopo che da oltreconfine è stata avviata la promozione e vendita di panini take away con consegna attraverso le maglie larghe della nuova rete eretta da Lubiana sul piazzale della Transalpina, sul versante italiano è scoppiata la polemica a difesa dei ristoratori goriziani. Il forzista ha chiesto all’esecutivo Conte un intervento urgente per capire cosa stia succedendo sulla fascia confinaria. Se da un lato Pettarin parla di una situazione «al limite del consentito», dall’altra il promotore dell’iniziativa - che ha una larga fetta di clientela italiana - ha voluto precisare che la sua era sì una provocazione, ma rivolta al proprio governo, non ai colleghi d’oltreconfine. L’obiettivo era far capire a Lubiana che Gorizia e Nova Gorica sono ormai diventate una sola città e che l’attuale separazione è socialmente ed economicamente insostenibile per entrambe le comunità.

Nella sostanza, la posizione non è dissimile da quella di Pettarin che ribadisce l’urgenza di una zona economica speciale per l’area transfrontaliera goriziana. Tuttavia l’ex assessore comunale alle Finanze non crede alla versione dei fatti fornita dal promotore dell’iniziativa commerciale. «Lo scambio di merce - sottolinea il deputato goriziano - è certamente consentito, ma solamente attraverso i valichi principali» e il piazzale della Transalpina non è certo tra quelli. Anzi, ad essere rigorosi non è nemmeno mai stato un valico. È sempre stato solo uno spazio comune tra le due città, ancorché sia diventato il simbolo della loro unità e dell’Europa allargata e Est .

Pettarin pone l’accento sulle condizioni igienico-sanitarie dell’operazione degli “hamburgher clandestini” ricordando che in Slovenia le norme anticontagio sono più morbide e permissive rispetto a quelle applicate in Italia. «In Slovenia - evidenzia nell’interrogazione a Di Maio - l’uso della mascherina non risulta essere obbligatorio». «Ogni pizza o panino consegnato sul confine - prosegue quindi Pettarin - è evidentemente un potenziale rischio Covid per l’Italia. A mio parere siamo davanti a una situazione al limite del consentito. A chi di dovere il compito di verificare la situazione sotto i profili penalmente rilevanti. Sia per chi immette merce in Italia, sia per chi la acquista».

Insomma, quella che all’apparenza pare essere una questione da nulla, nasconde in realtà implicazioni molto più profonde e serie; implicazioni di tipo economico, politico e giudiziario, oltre che sociali. In un territorio dove dopo decenni di separazione forzata, si era riusciti faticosamente a trovare una sintesi e un’armonia, i “panini di contrabbando” rischiano di trasformarsi in un vero e proprio caso diplomatico.

Allora hamburgher o non hamburger, pandemia o non pandemia, la soluzione va cercata forse nella conclusione dell’interrogazione di Pettarin in cui si legge come «oggi, più che mai, sia urgentissima l’istituzione di una zona economica speciale, sia a livello nazionale sia a livello europeo, per il territorio di Gorizia e Nova Gorica», «Dirò di più - scrive il forzista -, è necessario un riconoscimento ufficiale che attesti l’unicità di quel territorio a livello europeo, forse mondiale, e offra strumenti aggiuntivi rispetto a quelli del gruppo europeo di cooperazione per poter sviluppare, a livello transfrontaliero, ragionamenti unici di sviluppo territoriale ed economico». 

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