Haider muore in un incidente d’auto

Il governatore finisce fuori strada vicino a Klagenfurt. Carinziani in lutto
KLAGENFURT
Subito dopo aver effettuato un sorpasso, pare che la Volkswagen Phaeton di servizio che stava guidando abbia sbandato, finendo prima sull'erba e poi iniziando una serie di folli carambole. Prima ha travolto il cartello stradale che saluta l'arrivo nella località di Lambichl (a 10 chilometri da Klagenfurt), poi la berlina si è cappottata continuando la sua corsa appoggiata a terra sul lato sinistro, proprio quello occupato da Haider. Un nuovo impatto su un gradino in cemento e una siepe completamente sradicata, infine il botto finale e l'auto che viene rilanciata in mezzo alla carreggiata. L'allarme è stato dato proprio dalla donna che si trovava al volante del veicolo superato. Era circa l'1 e un quarto della notte. Per il numero uno della Bzoe, 58 anni, che era solo a bordo dell’auto, non c'è stato nulla da fare, nonostante un disperato trasporto all'ospedale di Klagenfurt: era già morto, sul colpo, per i tremendi traumi subiti al capo e al collo. I sanitari accorsi sul luogo della tragedia l’hanno trovato anche con il braccio sinistro quasi staccato. La polizia austriaca sta ancora indagando sulle cause dell'incidente. Tuttavia, in molti sul luogo della tragedia riferiscono di aver sentito affermare a pompieri e poliziotti come la Volkswagen stesse procedendo a velocità elevata. La strisciata di più di 100 metri conclusa contro il pilone lo proverebbe. E qualcuno, in zona, si è lasciato scappare: «Non si può perdere il controllo di un mezzo del genere, così sicuro (considerato uno dei migliori al mondo sotto questo profilo, ndr), andando a 50-60 all’ora. Viaggiava più forte, questo è certo».


Nella giornata di venerdì aveva partecipato a una serie di cerimonie ufficiali e in serata si era recato in un noto locale notturno della cittadina di Velden, «Le cabaret». CHI ERA «Una catastrofe, un disastro per la Carinzia. La sua era la politica del cuore». Lo dice Dietmar Staller, un passante. L’ennesima riprova del legame profondo che Haider aveva instaurato con la gente comune. Figlio di un funzionario del Terzo Reich, si era avvicinato da giovane al Fpoe (Partito della Libertà austriaco). Discusso per i suoi ideali ultranazionalisti e per i suoi apprezzamenti pubblici alla politica di Adolf Hitler, Haider è stato spesso criticato e accusato di xenofobia. Era diventato per la prima volta governatore della Carinzia nel 1989, venendo costretto alle dimissioni due anni dopo proprio per alcuni elogi all'attività del Führer.


Il 1999 era stato l'anno del suo ritorno al vertice della regione e alle elezioni politiche aveva ottenuto il 30 per cento dei consensi. La nuova tornata elettorale del 2002 ne aveva decretato la sconfitta ma anche il momentaneo abbandono della scena politica nazionale. È targato 2004 il suo ritorno in grande stile, quando con oltre il 40 per cento dei consensi vince in Carinzia e viene rieletto governatore. Nell'aprile del 2005 fonda la Bzoe, Alleanza per il futuro dell'Austria, venendo espulso da Fpoe. Solamente lo scorso 28 settembre aveva centrato un grande risultato alle nuove elezioni politiche, rientrando dalla porta principale in Parlamento. Haider era sposato e aveva due figlie, una delle quali viveva in Italia assieme al marito. A Trieste e in tutto il Friuli Venezia Giulia, ma anche in Slovenia e in Veneto, Haider era molto conosciuto perché da sempre uno dei principali sostenitori dell'Euroregione.


LA TESTIMONIANZA «Era un uomo buono, a prescindere dalla politica». Sono le parole di Zlatko Butolen, fino a due giorni fa un abitante di Lambichl come tanti, ma dall’altra notte soprattutto il proprietario della casa davanti alla quale ha perso la vita Haider. Una villetta arancione, con un bel giardino e la siepe che lo recintava praticamente distrutta. «Non ci siamo accorti di nulla - ricorda Butolen - perché stavamo dormendo. Siamo stati svegliati dai pompieri e, aperta la porta, davanti a noi ecco una scena tremenda. L’acqua del serbatoio dell’estintore staccatosi nell’urto con la macchina ci è arrivata fino a pochi centimetri da casa». L’incidente è avvenuto dopo l’una di notte, ma alle 14 la Phaeton è ancora lì. I rilievi non sono ancora finiti, gli agenti studiano ogni dettaglio. Il tratto di strada è stato chiuso sia in un senso che nell’altro, con posti di blocco rigorosissimi. La circolazione ripartirà solamente alle 15.30, dopo che il carro attrezzi avrà portato via la Volkswagen. Dall’alba, non appena circolata la notizia, è iniziata un’autentica processione. Lumini rossi, rose e biglietti dedicati al governatore.


«Uno che ha fatto tanto per i giovani e per tutti i carinziani», ricorda Daniel. Poco più che ventenne, ha voluto anche lui, assieme alla fidanzata, rendere omaggio ad Haider. «Questa mattina ho visto italiani e sloveni», racconta un poliziotto austriaco. Che non dice nulla di più: da Klagenfurt sono arrivate precise indicazioni e della questione parla solo la sede centrale. Tanto che nemmeno il Centro di coordinamento delle forze dell’ordine italiane, austriache e slovene è autorizzato a rilasciare dichiarazioni. Il viavai è continuo, segno inequivocabile di una partecipazione emotiva fortissima al lutto che ha segnato un’intera regione. Nel tardo pomeriggio, c’è ancora la fila di macchine che si fermano in zona e i conducenti lasciano la loro testimonianza. Alcune donne hanno indossato apposta il dirndl, il tipico vestito carinziano, per salutare il loro leader.


IL LUTTO Bandiere a mezz’asta a Klagenfurt. Vessilli neri al fianco di quelli austriaci, carinziani e dell’Unione europea. Anche davanti al palazzo della regione Carinzia, al numero 1 di Arnulf Platz. Lì, al primo piano, Haider svolgeva il suo lavoro quotidiano. E, ieri, dalle 12 in poi si è creato il secondo polo della processione. Uomini, donne in lacrime, anziani e bambini in coda per entrare, firmare il libro dei messaggi di ricordo, dare uno sguardo alle foto sistemate su un banchetto e uscire con in mano un’immagine del governatore.


A CASA Il silenzio regna sovrano invece nella foresta del Baerental, la valle degli orsi. Al culmine di una strada tortuosa, c’è la villa dove viveva Haider, immersa nel bosco. Qualche metro prima, un’altra casetta. La porta è aperta: esce una donna bionda, con gli occhiali. «Sono una vicina...» e non aggiunge altro, il dramma l’ha colpita. Due ciclisti si prendono una pausa dalle pedalate a breve distanza: «Joerg, una grande persona. Ma dopo di lui, c’è il nulla», riflette Kurt Schaellarschek, un appassionato delle due ruote. Il suo dolore è quello della gente comune di tutta la Carinzia.

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