Hai perso una lezione? Ti aiuta l’e-learning

L’Università di Trieste ha organizzato una serie di strumenti didattici online, che integrano l’apprendimento “frontale”
Di Giulia Basso

Dal prossimo anno accademico l'Università di Trieste proporrà alcuni corsi di laurea in modalità “blended”, che combinano formazione in presenza e didattica a distanza, tramite risorse educative multimediali online, caricate nella piattaforma Moodle di Ateneo, la più utilizzata per ospitare questo tipo di contenuti. Grazie a un finanziamento del MIUR, l'Ateneo giuliano dal 2015 ha avviato un progetto per lo sviluppo di attività di formazione online, organizzando una serie di corsi per i docenti interessati, acquistando le attrezzature necessarie e affidandosi agli esperti dei Servizi ICT per un aiuto dal punto di vista tecnico. Così nell'ultimo biennio alcuni docenti hanno iniziato a produrre video e audio registrazioni, testi, power point e altri tipi di risorse usufruibili online, che sono state gradualmente caricate sulla piattaforma.

Al contempo è stata avviata un'indagine per sondare le opinioni degli studenti su questo genere di risorse: i risultati confermano come gli studenti ritengano la formazione a distanza una buona soluzione per ridurre i problemi legati agli spostamenti e all'incompatibilità tra i tempi di lezione, lavoro e famiglia. Ma si tende comunque a preferire le lezioni in presenza, per le maggiori opportunità che offrono di interagire con il docente e con i compagni, e perché aiutano la concentrazione, che nell'era del multitasking è sempre più problematica.

Si conferma dunque l'efficacia di una modalità mista, che nell'anno accademico 2016/2017 sarà proposta per i corsi di laurea triennale in Chimica, Scienze e tecnologie biologiche, Scienze e tecniche psicologiche e Igiene dentale, per la magistrale di Ingegneria Clinica, per la magistrale a ciclo unico in Odontoiatria e protesi dentale e anche per i corsi di laurea afferenti a Scienze dell'Educazione. Per farci raccontare le ragioni e gli sviluppi del blended learning abbiamo intervistato la professoressa Gisella Paoletti, delegata del Rettore per l'e-learning, che ha seguito il progetto fin dalla nascita.

Professoressa Paoletti, quali sono i vantaggi di un'organizzazione blended della didattica?

«Il blended learning è una metodologia che mira a valorizzare, in un progetto didattico, sia i punti di forza della formazione in presenza che le specificità della formazione a distanza. L'e-learning, che va a integrare e ad alternarsi alla formazione visu, è utile per chi, per varie ragioni, è impossibilitato a partecipare alle lezioni con costanza. In generale, consente di adeguare l'apprendimento ai propri tempi: se ho un video a disposizione posso fruirlo secondo il mio ritmo ideale, riascoltandolo più volte o mettendolo in pausa per prendere appunti più agevolmente. Combinando una parte visiva con una parte audio i video sono una modalità ottimale di presentazione delle informazioni, in particolare quando si vanno a illustrare procedure complesse. Possono servire come riassunto di una lezione, ma possono anche essere proposti prima della lezione in presenza, per poter così chiedere direttamente al docente chiarimenti e spiegazioni. È la strada esplorata in alcuni corsi dei Dipartimenti di Scienze Mediche, Scienze della Vita, Studi Umanistici, Ingegneria, i cui docenti hanno prodotto dei video che sono stati poi pubblicati su Moodle, a disposizione di chi volesse rivedere le lezioni a cui aveva partecipato o colmare le lacune dovute a un’assenza o a un’incomprensione».

Come vi siete organizzati per la formazione dei docenti?

«Abbiamo cercato di sfruttare tutte le competenze già presenti all'interno dell'Università, a partire dall'esperienza dell'Area dei Servizi Ict, che ci ha supportato per la parte tecnica. Per il resto sono stati i nostri docenti più ferrati, quelli che già avevano dimestichezza con lo strumento, a formare gli altri, attraverso una serie di lezioni che miravano a fornire alcune nozioni di base e a condividere esperienze ed analisi di chi aveva già prodotto materiale per la fruizione on-line. Abbiamo proposto sei lezioni su Moodle, alcuni incontri dedicati alla Lim, la lavagna interattiva multimediale, e un incontro sui Wiki, le enciclopedie di produzione collettiva».

E per gli studenti?

«Utilizziamo Moodle da un decina d'anni e a settembre l'aggiorneremo alla terza versione. Per gli studenti, che hanno una familiarità notevole con le tecnologie, è uno strumento intuitivo e semplice nell'utilizzo di base: dopo l'iscrizione compare la lista dei corsi da seguire con il materiale a disposizione online. Se ci sono dubbi è possibile porre domande sull'apposito forum. Qualche nozione in più è necessaria per i Wiki, per esempio, ma in questi casi sono i docenti stessi che spendono un po' di tempo a lezione per spiegarne il funzionamento».

Come si svilupperà il blended learning in futuro?

L'obiettivo per noi è di aumentare la produzione di materiali fruibili on-line, a sostegno e integrazione delle lezioni de visu, che restano comunque un momento insostituibile per la formazione universitaria. Il fine è sempre quello di insegnare al meglio, fornendo informazioni comprensibili e stimolanti con interventi formativi complessi, che utilizzino in modo integrato diversi canali di comunicazione e diversi formati didattici.

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